Pomeriggio di sangue e paura a Ponticelli: un agguato si è consumato nel pomeriggio, in via Comunale Maranda, una strada che poche ore prima degli spari, come accade ogni giorno, è stata percorsa da centinaia di studenti iscritti al vicino liceo scientifico “Calamandrei”.
Un morto, un ferito e un fotoreporter aggredito: questo il bilancio dell’ennesimo pomeriggio di violenza andato in scena a Ponticelli.
A perdere la vita, un fedelissimo del clan De Micco, un pregiudicato di 38 anni, Ciro Nocerino.
I sicari lo hanno raggiunto mentre era in corso una perizia alla sua auto, l’uomo rimasto ferito, infatti, è un perito assicurativo, raggiunto da un colpo di pistola ad un gluteo.
Fabio Tramontano, 33 anni, incensurato, oggi pomeriggio, aveva raggiunto l’uomo per svolgere una perizia sulla sua auto, quindi per fare il suo lavoro. Per questa ragione, si è beccato un proiettile vagante. Trasportato all’Ospedale Loreto Mare è stato sottoposto alle cure del caso.
Chi era il 38enne che ha perso la vita nell’agguato di oggi, lo racconta il suo profilo facebook: marito e padre di un bambino, alternava con naturalezza e disinvoltura le immagini che raccontano le scene di vita familiare a quelle in cui esibisce con orgoglio i suoi idoli. Una foto del boss Raffaele Cutolo dietro le sbarre, un’altra di Tony Montana, un altro simbolo eccellente della mafia, interpretato da Al Pacino nel celebre film “Scarface”, un autentico mito per chi vive sognando di arricchirsi con i soldi della malavita, in quel pericoloso gioco dove si perde la distinzione tra realtà e finzione.
Dai tatuaggi alle “stese”, fino alle “scese”, ovvero, le scorribande di giovani che in sella a scooter di grossa cilindrata percorrono quasi a passo d’uomo le strade e i rioni di competenza del clan al quale appartengono per rimarcare l’egemonia sul territorio, in perfetto “stile Gomorra”.
Il nome della moglie tatuato sulle dita della mano sinistra, quella del cuore, il suo sull’altra, tanti i tatuaggi scolpiti su quel corpo trucidato intorno alle 17 di mercoledì 15 novembre, sul quale indagano gli agenti del locale commissariato e che non hanno dubbi sulla matrice camorristica dell’agguato.
La notizia della morte di Nocerino si è diffusa in un lampo tra le strade del quartiere, tant’è vero che i parenti sono subito accorsi sul in via Maranda per vegliare sul corpo senza vita del loro congiunto. Momenti di violenza e tensione si sono registrati quando sulla scena del crimine sono arrivati i giornalisti. Ad avere la peggio un fotoreporter dell’Ansa, aggredito dai parenti di Nocerino.
Assodata la matrice camorristica dell’agguato, resta da appurare da chi è partito l’ordine di colpire una pedina del clan De Micco. I rivali ponticellesi dei clan De Luca Bossa e D’Amico, rimaneggiati negli uomini e nelle forze proprio dai “Bodo”, potrebbero aver messo a segno l’agguato per tentare di riconquistare il dominio del territorio, ma non è da escludere che dietro quest’agguato non ci sia il disegno di un clan di Ponticelli, ma di un’organizzazione che avendo carpito nell’aria una possibile resa dei De Micco, stia tentando di scalzarli.