Dopo i fatti di Firenze, con i due carabinieri accusati di violenza sessuale ai danni di due giovani studentesse americane, la divisa dell’arma torna nell’occhio del ciclone.
Una maxi-inchiesta della procura di Massa Carrara che vede indagati 37 carabinieri della stazione di Aulla, in Lunigiana. Le accuse contro i militari dell’arma sono pesantissime: calci, pugni e scariche elettriche a cittadini extracomunitari dentro e fuori dal caserma, multe «cancellate» in cambio di rapporti sessuali, falsi fogli di servizio per inesistenti turni di servizio notturno e perfino sevizie ai danni di extracomunitari.
Una vicenda emersa lo scorso giugno con l’arresto di quattro militari: uno tuttora rinchiuso carcere militare di Verbania, mentre gli altri sono sottoposti all’obbligo di dimora.
L’inchiesta è partita dalla denuncia fatta di alcuni cittadini, in primis extracomunitari, riguardo il modus operandi “anomalo” di alcuni militari.
Ora nell’indagine finisce anche l’ex comandante provinciale dei carabinieri di Massa Carrara, il tenente colonnello Valerio Liberatori, accusato dalla procura di «favoreggiamento personale»: avrebbe infatti ordinato al comandante della compagnia di Pontremoli e della stazione di Aulla (entrambi a loro volta indagati) di non far più svolgere compiti di capopattuglia al brigadiere su cui gravano le accuse più pesanti dell’inchiesta. Affiancandogli un militare dal grado più alto, gli è stata così limitata la potestà decisionale all’interno dell’auto di servizio, rendendo inutili le intercettazioni fatte con le microspie sistemate nell’abitacolo.
Proprio dalle precedenti intercettazioni erano emersi i comportamenti fuori dalle righe del brigadiere: calci, pugni e manganellate a extracomunitari fermati durante i controlli, vessazioni nei confronti degli stessi stranieri servendosi di multe per inesistenti violazioni al codice della strada. Fra le imputazioni contro il sottufficiale c’è anche quella dell’odio razziale.
Contro gli extracomunitari si è scagliato un altro militare, una volta venuto a conoscenza delle denunce sporte nei confronti dei colleghi: è entrato in un bar di Aulla dove, ad alta voce, avrebbe minacciato l’intenzione di «fare una strage di marocchini» con un kalashnikov. Un altro sottufficiale avrebbe invece annullato una multa a una giovane extracomunitaria in cambio di una prestazione sessuale. Il colonnello Liberatori nel frattempo ha lasciato l’incarico di comandante, ma non per fatti collegati all’indagine della procura: il comando generale non lo ha sospeso, ma anzi gli ha affidato un nuovo incarico di prestigio. Altri cinque carabinieri (residenti a Massa Carrara e La Spezia) sono finiti nell’inchiesta per reati legati soprattutto a falsi fogli di servizio.
Da quanto emerso, avrebbero infatti «accorciato» un servizio di controllo notturno anticipando il rientro in caserma di 45 minuti. Oppure in un altro caso l’equipaggio di una pattuglia è uscito dal territorio di competenza per «sconfinare» nella vicina Fivizzano e andare a cena da parenti di uno dei carabinieri in servizio. Erano invece andati a vedere una partita di calcio dilettanti i carabinieri di un’altra pattuglia, dove era impegnato un carabiniere con trascorsi calcistici. E quando sono stati chiamati per un intervento sullo stesso campo, hanno falsificato il foglio di servizio modificandone gli orari, reato di cui vengono accusati anche altri colleghi. Prosciolti da tutte le accuse tre carabinieri iscritti nel registro degli indagati a giugno.
L’inchiesta verte soprattutto sui presunti abusi che avvenivano nelle caserme dei carabinieri della Lunigiana (Aulla e Licciana Nardi) ai danni di cittadini stranieri e che ha portato anche all’arresto di alcuni militari. Ai carabinieri vengono contestate diversi tipi di vessazioni e anche sevizie contro un giovane marocchino, costretto a subire atti sessuali senza ragione alcuna, se non razziale.
Quattro carabinieri furono arrestati, solo uno in carcere, e per altri otto scattarono altre misure cautelari, divieto di dimora e sospensione dai pubblici uffici.
Nelle carte dell’inchiesta della procura di Massa Carrara si evidenziano anche lesioni personali e contusioni multiple per aver sbattuto la testa di un extracomunitario contro il citofono della caserma; colpi di manganello sulle mani appoggiate alle portiere delle auto durante i controlli; ma anche scariche elettriche prodotte da due storditori, per costringere uno spacciatore (sempre straniero) a rivelare dove tenesse la droga.
E ancora: schiaffi ad un marocchino per obbligarlo ad aprire un appartamento privato chiuso a chiave.