Domenica Rosa Cutolo, detta Rosetta, classe 1937, è la sorella maggiore del famigerato capo della NCO – Nuova Camorra Organizzata, Raffaele Cutolo, oltre che una delle prime donne a ricoprire un ruolo dirigenziale all’interno di un clan.
Soprannominata prima “occhi di ghiaccio” e poi “la castellana”, dopo l’ acquisto del castello dei Lancellotti ad Ottaviano, comune d’origine della famiglia Cutolo, a differenza del fratello, dedito a rilasciare interviste che generarono numerosi scandali, Rosetta ha sempre mantenuto un profilo basso. Aveva un rapporto di amore-odio con suo fratello, eppure, mentre “o professore” era detenuto in carcere, era proprio lei ad eseguire gli ordini che le impartiva per tenere in piedi il clan.
Rosetta, per conto della NCO, ha contrattato con importanti narcotrafficanti sudamericani e ha partecipato ad un importante incontro con i rappresentanti dei clan della mafia siciliana e del camorra per cercare di porre fine alla guerra sanguinosa tra il clan fondato dal fratello ei loro rivali della Nuova Famiglia.
Rosetta fu accusata di essere “la messaggera di morte” della quale il fratello si servì per decretare due omicidi dal carcere di Nuoro. Ma al processo la donna fu scagionata da queste accuse. Secondo i giudici, donna Rosa teneva i contatti con i trafficanti di droga, di armi, gestiva il “mutuo soccorso” per le famiglie dei camorristi arrestati, era “l’eminenza grigia della Nco”, come scrive il pm che la rinviò a giudizio alla fine della prima maxi inchiesta su Cutolo. Fu assolta da nove accuse di omicidio, Rosetta aveva persuaso le autorità di essere innocua e la sua immagine frustata ha sicuramente influito.
In un quadernino, Rosetta annotava anche le lettere da spedire ai politici e agli imprenditori napoletani vicini alla “famiglia”. Stretto il suo legame con Vincenzo Casillo, braccio destro di Cutolo nella gerarchia della Nco. Non avrebbe esitato tuttavia a sbarazzarsene con una bomba al tritolo, quando aveva messo gli occhi sul posto di don Raffaele.
Era lei che provvedeva a tenere il conto delle estorsioni riscosse dai capizona, oltre a quello delle uscite e delle entrate dell’organizzazione criminale, provvedendo all’assistenza per le famiglie dei carcerati e alle spese per gli avvocati. Proprio il maestoso Castello mediceo di Ottaviano era il suo bunker, oltre che il quartier generale dove si svolgevano riunioni ed appuntamenti. Mente fredda, dedicò tutta la sua vita al fratello e alla costruzione della NCO.
Portò avanti con inaudita ferocia la guerra contro la Nuova Famiglia quando il fratello fu arrestato.
Latitante per ben 13 anni, scontò 6 anni di carcere, al termine dei quali, nel 1999, ha fatto ritorno ad Ottaviano, dove ancora oggi vive.
Nel febbraio del 1993, infatti, la polizia mise fine alla sua lunga latitanza: Rosaria condannata in assenza nel 1990 a nove anni di carcere a causa di associazione mafiosa, successivamente ridotti a cinque anni.
Suo fratello ha sempre sostenuto che Rosetta fosse all’oscuro delle sue attività criminali e che si sarebbe limitata ad eseguire gli ordini che le impartiva: “Rosetta non è mai stata una camorrista …è solo una contadina. L’ ho plagiata io”, affermò Cutolo, durante il periodo in cui la sorella si diede alla latitanza.