Ottantasette imputati, infermieri, impiegati e alcuni medici, accusati dei reati di assenteismo nell’ospedale Loreto Mare di Napoli, sono stati rinviati a giudizio. Lo ha deciso il gip Roberta Zinno che ha accolto le richieste del pubblico ministero Ida Frongillo. Il processo comincerà il 10 novembre prossimo, davanti al giudice monocratico della prima sezione del Tribunale di Napoli. Il blitz anti assenteismo dei carabinieri del Nas risale allo scorso 24 febbraio. L’Asl Napoli 1, assistita dall’avvocato Gennaro De Falco, si è costituita parte civile.
«Abbiamo appreso dai media dei rinvii a giudizio decisi dal gip in ordine alla vicenda del Loreto Mare, quella tristemente nota per i “furbetti del cartellino” . Come sempre rinnoviamo la nostra fiducia nella magistratura e siamo pronti a completare il procedimento disciplinare già in corso con le sanzioni più severe». Questo il commento di Silvestro Scotti rispetto alle decisioni assunte dal gip Roberta Zinno. «Siamo consapevoli – conclude Scotti – della risonanza mediatica che il processo potrà avere, la speranza è che questa vicenda possa arrivare ad una rapida conclusione, isolando eventuali mele marce dalla stragrande maggioranza dei medici che invece onora ogni giorno la professione».
«La cronaca delle ultime ore ci parla di un nuovo processo, tutti rinviati a giudizio i “furbetti del Loreto Mare”. Benissimo, abbiamo fiducia che la magistratura saprà addebitare le giuste responsabilità e infliggere pene appropriate». Bruno Zuccarelli (leader regionale dell’Anaao Assomed), stigmatizza ancora una volta il comportamento di chi fa della sanità pubblica un bene privato. Ma allo stesso modo lancia un allarme: «Nelle ultime settimane – dice – abbiamo assistito ad un drammatico “daje all’untore”, una caccia del capro espiatorio che assolvesse da ogni colpa chi invece avrebbe dovuto organizzare, dal punto di vista strutturale, la funzionalità della rete nella quale i presidi di Napoli sono inseriti». Per Zuccarelli non si può continuare a perseguire le sole responsabilità soggettive, senza mai preoccuparsi di considerare l’oggettiva inadeguatezza di strutture come il Loreto Mare. «La cacciata dei direttori sanitari», la ricerca di «un anello debole da rompere e scaricare, non fa che indebolire l’intera catena. I direttori sanitari – aggiunge il segretario regionale Anaao – devono essere messi in condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro, così come sono configurati oggi, alcuni presidi sono vere e proprie trappole burocratiche. Luoghi dove non solo si mette a rischio la salute dei pazienti, ma nei quali alla fine la responsabilità finisce sempre su chi ha le colpe minori, o non ne ha per nulla». Più volte nel corso degli anni l’Anaao ha segnalato l’inadeguatezza di strutture e mezzi di soccorso, chiedendo alla politica un’assunzione di responsabilità. «Se vogliamo un cambio di passo, una sanità migliore, dobbiamo smetterla di infilare la testa sotto la sabbia. Auguriamoci che l’Ospedale del Mare possa partire al più presto, perché se anche aprisse domani arriverebbe con dieci anni di ritardo».