Una vicenda che sembra estrapolata dal copione di un film e che invece, ancora una volta, ci viene consegnata dalla cronaca contemporanea: una modella inglese di 20 anni è stata drogata e sequestrata vicino alla Stazione centrale di Milano l’11 luglio e rilasciata sei giorni più tardi. Un rapimento voluto per chiedere un ingente riscatto all’agente della stessa modella che, qualora non avesse appagato le richieste dei rapitori, avrebbe visto finire la sua cliente in vendita su siti pornografici del dark web, per offrire prestazioni agli acquirenti che avessero offerto più denaro online. L’asta avrebbe avuto una base di circa 300mila dollari, in bitcoin.
La ragazza sarebbe stata rilasciata il 17 luglio e uno dei suoi carcerieri, un uomo di nazionalità polacca residente in Gran Bretagna è stato fermato dalla polizia nella mattinata del 18 luglio “in quanto ritenuto responsabile del sequestro di persona a scopo estorsivo”.
Herba Lukasz Pawel, questo il nome del fermato, ha 30 anni: “Il soggetto si riteneva appartente al gruppo Black Death (Morte Nera), che si presume attivo sul deep web, su cui esiste un rapporto Europol, la cui esistenza non è però confermata”, ha spiegato il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Paolo Storari nel corso di una conferenza stampa alla questura di Milano. Il sequestratore organizzava aste online per la vendita di ragazze rapite, attraverso annunci in cui indicava razza, nome d’arte e luogo dell’asta. “Non è chiaro però se le giovani fossero state realmente rapite o se l’uomo si inventasse tutto”, ha spiegato il pm. L’uomo si presentava anche come ‘killer professionista’ e si interessava a materiale chimico e veleni. Il magistrato lo definisce “un soggetto pericoloso che presenta aspetti di mitomania”.
La modella era arrivata a Milano lunedì 10 luglio per effettuare nella giornata successiva un servizio fotografico che le era stato richiesto, tramite il suo agente, da un sedicente fotografo. In realtà, si trattava di una trappola architettata propri per sequestrare la ragazza.
Martedì 11 luglio la modella, giunta all’indirizzo di uno studio fotografico appositamente preso in affitto, è stata aggredita da due persone e dopo “essere stata drogata” con la ketamina e “spogliata”, è stata ammanettata mani e piedi, chiusa in un borsone e portata nel bagagliaio di una station wagon blu, prima in un negozio abbandonato alla periferia sud di Milano e poi “in un casolare di montagna in una zona isolata”, nel comune di Lemie, frazione di Borgial, in provincia di Torino, in una baita verso il confine con la Francia, con un viaggio lungo strade secondarie. “Due ore e mezza almeno in cui la ragazza è rimasta chiusa nel borsone, legata e con la bocca coperta dallo scotch”, raccontano gli investigatori. Nel casolare la modella è stata tenuta ammanettata a una cassettiera in legno di una camera da letto sino alla mattina del 17 luglio.
Lo stesso Herba, che ha gestito da solo il periodo di prigionia, ha liberato la ragazza e l’ha condotta al Consolato britannico di Milano, perché la donna ha un figlio, cosa che andrebbe contro le ‘regole’ dell’organizzazione. Durante il sequestro l’uomo, utilizzando account criptati, “Ha chiesto 300mila dollari di riscatto all’agente della modella”, ha sottolineato Serena Ferrari, dirigente della questura di Milano per evitare la “messa all’asta online” della ragazza, rivendicando l’azione a nome del “Black death group”, organizzazione che nel deep web gestisce diversi traffici illeciti. Le indagini, che in breve tempo hanno portato all’arresto del rapitore, ha spiegato il sostituto procuratore “hanno fornito tanti elementi e ci fanno dire con ragionevole certezza che si è trattato di un vero sequestro di persona”.