Torna il caldo. Come reo noto dal bollettino pubblicato sul sito bollettinimeteo.regione.campania.it le temperature, nei prossimi giorni saranno in progressivo aumento e nei prossimi giorni raggiungeranno valori elevati.
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha riunito a Palazzo Santa Lucia l’Unità di Crisi per l’emergenza idrica insediata lo scorso 20 giugno. Alla riunione operativa, con il presidente De Luca e il vicepresidente Fulvio Bonavitacola, hanno partecipato tutti i rappresentanti degli enti di gestione dell’acqua in Campania. Nell’incontro si è proceduto a una ricognizione delle criticità registrate nel quadro generale della riduzione degli approvvigionamenti.
Al momento non si registrano gravi emergenze, ma la situazione complessiva, a livello locale, regionale e interregionale, va monitorata costantemente, affrontata e gestita in maniera operativa come si sta già facendo da oltre un mese. La priorità è continuare a realizzare, anche in via preventiva, una serie di interventi per garantire una quota di recupero idrico con cui si può far fronte all’attuale situazione climatica. Gran parte di questi interventi sono già in corso. Nella riunione, approntando a breve termine e dove già possibile le soluzioni necessarie, è stato affrontato il gravissimo e storico problema della dispersione idrica sulle reti in tutta la Campania.
La Campania è la sesta regione d’Italia a chiedere al Governo le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale a causa dell’emergenza siccità. 200 milioni i danni che sarebbero, ad oggi, stati provocati dalla mancanza di acqua.
A rincarare la dose un’analisi condotta da Coldiretti, secondo la quale ben due miliardi di euro sarebbero stati persi dal settore agricolo regionale. Crollo della produzione del latte per il 15%. L’anno 2017 è tra i più caldi degli ultimi duecento anni, per ora ancora dietro alle temperature del 2003.
Gennarino Masiello, presidente regionale di Coldiretti, ha anche lanciato l’allarme circa le riserve idriche presenti ma con problemi di utilizzazione ricordando che in Italia si sfrutta soltanto l’11% dell’acqua piovana, con percentuali più basse nel Mezzogiorno. A destare preoccupazione anche la situazione di alcune condotte idriche, colme di perdite, come stimato da Legambiente.