E’ stato senza dubbio l’incendio di portata più estesa, tra gli otto insorti pressoché in contemporanea, una settimana fa, domenica 16 luglio, nel quartiere Ponticelli, quello che ha coinvolto il vasto appezzamento di terreno che s’incastona tra Via Luca Pacioli, Via Virginia Wolff, via Cupa Lettieri e Via Argine. Tant’è vero che le strade nelle immediate vicinanze dell’incendio furono inibite al traffico, dal primo pomeriggio di domenica 16 luglio fino a tarda sera.
Dopo 24 ore di piena e viva emergenza, quel terreno ancora fumante, intorno al quale, nonostante i sette giorni trascorsi, è ancora acre la puzza di fumo, si è subito tornati alla “normalità”: un chiosco, il “classico” camioncino che vende frutta per strada, ha subito occupato la sua postazione, sprezzante della tossicità che ancora stanzia in quella zona e che di certo non fa neanche bene alla frutta e agli ortaggi lì esposti. Uno scenario inquietante, assai simile a quelli straziati e strazianti dei campi di guerra è la cornice in cui s’incastona il chiosco di quell’ambulante. Non sarebbe opportuno, forse, imporre, “almeno nelle occasioni di emergenza”, di sospendere la vendita di prodotti alimentari certamente nocivi oppure si preferisce far leva sul buon senso del compratore che dovrebbe giungere da solo a questo genere di conclusione, logica, ma non scontata?
Quest’ultimo, tuttavia, a quanto pare, non è l’unico grattacapo che impensierisce le autorità competenti.
Un terreno di proporzioni considerevoli, dunque, oggetto di “attenzioni particolari” a più riprese, da parte di chi ha deciso di trascorrere questa estate ad appiccare incendi anche tra le mura del quartiere Ponticelli, eppure mai messo realmente in sicurezza. Nessun intervento di diserbo, il nastro isolante, inizialmente affisso lungo una magra linea perimetrale, adesso è già sparito e il terreno è alla mercé di chiunque. Come dimostrano le continue incursioni dei rom, all’interno della stessa area.
La modalità è sempre la stessa: una coppia, un uomo e una donna che giunge a bordo di un furgone bianco all’interno di quell’ampio appezzamento di terreno da via Cupa Lettieri, la strada meno trafficata tra le quattro che fanno da cornice all’area, per dare luogo ad un’operazione meccanica, la cui maestria è senza dubbio sinonimo di un duro “addestramento”: scaricano tra le sterpaglie ancora non incendiate dei rifiuti difficili da identificare, presumibilmente metalli, per poi raccogliere tutto il materiale utile e confacente alle loro “abitudini”.
mostrano forte ostilità ed aggressività verso i passanti che osano “impicciarsi nei fatti loro”.
Nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 luglio, quel terreno è stato nuovamente incendiato. Poche ore prima, la coppia era stata “in visita” proprio lì. Si tratterà solo di una fortuita coincidenza?