Durante la mattinata di giovedì 6 luglio 2017, Paolo Giulierini, direttore del MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli e Andrea Viliani, direttore del MADRE-Museo d’arte contemporanea Donnaregina hanno percorso insieme le strade di Napoli, in occasione dell’azione performativa che ha chiuso la mostra Lares familiares di Sonia Lenzi. L’azione ha avuto inizio presso l’edicola votiva del Rione Sanità (via Mario Pagano 60, Napoli – nei pressi della fermata Metropolitana Linea 2 di Piazza Cavour) con la restituzione di una delle sette statuette fotografate dalla collezione del Mann (Lares familiares – oggetti venerati sin dall’antichità come simboli di cura e protezione per la casa e le famiglie). L’immagine, inserita dall’artista tra due plexiglas, è stata ricollocata in maniera permanente in uno dei tanti altari devozionali presenti in città che oggi come allora testimonia la continuità di questa forma di culto.
“Ho trovato grande collaborazione dei napoletani per questo mio progetto espositivo e sono contenta che abbiano accolto il mio lare” ha dichiarato l’artista bolognese Sonia Lenzi. “Non dobbiamo dimenticare che tutto quello che oggi è custodito nei nostri musei prima era disseminato all’esterno – ha dichiarato Paolo Giulierini direttore del Museo Archeologico Nazionale – Quest’azione rappresenta una restituzione simbolica alla città del nostro patrimonio museale”.
“L’arte contemporanea a Napoli e in Campania non è mai rimasta confinata negli spazi museali – ha affermato il direttore del museo MADRE Andrea Viliani – i nostri musei tutelano e conservano le opere in funzione delle proprie comunità e gli artisti di oggi, come Sonia Lenzi dimostra, vogliono parlare a un largo pubblico, non solo agli addetti ai lavori. L’arte contemporanea costruisce e veicola il senso di comunità di un territorio e il compito di noi direttori è quello di rinsaldarlo sempre di più. Inoltre, i nostri musei ci ricordano che tutta l’arte è stata contemporanea ed è per questo che il MADRE intensificherà sempre più le collaborazioni con il Mann e con le altre istituzioni culturali campane”.