Sembrava un giorno remoto e, in alcune fasi, perfino irraggiungibile e, invece, a dispetto del tortuoso e lungo percorso che ha portato alla nascita dell’Ospedale del Mare nel ventre del quartiere Ponticelli, la struttura sta iniziando gradualmente a funzionare e durante la giornata di venerdì 30 giugno ha accolto i primi ricoveri.
Il mese di giugno si chiude, quindi, con una lieta nota per la sanità campana, di recente troppo spessa finita al centro di grossi scandali e casi di malasanità.
All’ospedale del Mare, quindi, arrivano i primi ricoverati. Fissato anche il calendario degli interventi chirurgici. Resta chiuso, al momento, il pronto soccorso, la cui apertura è in programma a ottobre, mentre funziona il day surgery. Questa fase è considerata di rodaggio, in corsia anche gli specializzandi. Un centinaio i posti letti previsti.
«L’ospedale del Mare comincia ad avere un senso e a prendere anima, dopo anni di attese e false partenze», commenta il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, che ha partecipato al sopralluogo per verificare l’accoglienza dei primi ricoverati, con il commissario Ciro Verdeoliva, il direttore sanitario, Nunzio Quinto, e il direttore dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza.
Giudizio positivo da parte dei pazienti, che chiedono di difendere la mega struttura realizzata a Ponticelli dai vandali. Il polo ospedaliero destinato a riscattare le sorti della sanità campana, infatti, sorge a Ponticelli, un quartiere molto spesso dilaniato dal distruttivo connubio tra camorra e degrado e per questa ragione, la parte sana della cittadinanza avanza preoccupazioni e perplessità in merito alla buona tenuta della struttura.
Un pericolo che va scongiurato ad ogni costo, com racconta un’infermiera che da anni lavora all’ospedale Villa Betania di via Argine, a pochi chilometri di distanza dall’ospedale del mare: “Auguro il meglio ai colleghi che inizieranno la loro esperienza nel nuovo ospedale e spero vivamente che non assisteranno alle scene alle quali abbiamo assistito in questi anni, quando veniva comunicato ai parenti di un pregiudicato, trasportato d’urgenza dopo un conflitto a fuoco, che era morto in sala operatoria, oppure quando i parenti pensano che prendendo a pugni le porte e scassinando la sala d’attesa sollecitano il nostro lavoro o contribuiscono a renderlo più efficiente. Spero che i ricoverati e i parenti, oltre che tutta la comunità, comprendano il valore e l’importanza di quell’impianto e lascino le cattive maniere e la violenza all’esterno del cancello d’ingresso dell’ospedale del Mare.
Il nostro auspicio e che l’apertura del nosocomio migliori le cose anche per noi, sotto tanti aspetti.”