Ribera, 5 giugno 1997 – Un omicidio consumatosi un mercoledì sera, pochi minuti prima della mezzanotte, in provincia di Agrigento. La vittima è una ragazza di origine ceca, Sonia Nakladolova, di 20 anni, assassinata con due colpi di lupara.
Il delitto è avvenuto nel piazzale di un residence, il Parco degli Aranci, lungo il litorale agrigentino, a pochi chilometri da Ribera, dove la ragazza viveva da un anno e mezzo. Sonia Nakladolova è stata raggiunta dai proiettili mentre stava aprendo la portiera dell’auto del fidanzato. È morta per un errore dei killer. Il vero obiettivo sarebbe stato proprio l’uomo, 50 anni, sposato, titolare di una catena di discount in varie zone della Sicilia, e prossimo all’apertura di altri due supermercati.
Sarebbe entrato nel mirino della criminalità organizzata proprio per la sua notevole espansione commerciale. Secondo i primi accertamenti, la ragazza sarebbe uscita nel cuore della notte avviandosi verso l’auto dell’uomo, una Mercedes, quando nell’oscurità sono partite le scariche di lupara che l’hanno ferita a morte.
Due scariche di lupara nel buio, in un residence con una trentina di mini-ville. L’urlo strozzato della giovane vittima. La fuga dei killer che hanno scambiato l’esile figura con quella della vittima designata. Un delitto crudo, crudele e spietato, figlio delle logiche del racket e delle estorsioni, gestito da schegge incontrollate della mafia emergente agrigentina.
Sonia Nakladolova, 20 anni, la ragazza uccisa per errore, era giunta in Italia da Brno. Innamorata della Sicilia, due anni prima Sonia si è trasferita sognando un’esistenza felice, che però aveva stentato a incontrare.
Prima colf nell’alloggio di una coppia benestante, poi baby sitter a ore, quindi cassiera in una pizzeria, poi in un’altra. Infine, qualche mese prima dell’agguato, cassiera in uno dei supermarket del cinquantenne, con cui si vociferava che avesse cominciato a incontrarsi in segreto nel residence «Parco degli aranci».
Una relazione che a Ribera faceva chiacchierare, perché lui era un uomo sposato e con figli e lei, così graziosa, attirava su di sé gli occhi della gente. Secondo la prima ricostruzione fatta dai carabinieri della compagnia di Sciacca su incarico del sostituto procuratore della Repubblica Rosanna Penna, dopo aver cenato e seguito in televisione l’incontro di calcio Inghilterra-Italia, Sonia è uscita in giardino e ha fatto alcuni passi verso la sua Fiat Punto in sosta accanto alla Mercedes dell’uomo che è rimasto in casa. Pochi attimi e gli spari. La giovane ceca è crollata a terra e soltanto allora gli assassini debbono essersi resi conto del fatale sbaglio, allontanandosi precipitosamente.
Il primo a soccorrere Sonia è stato proprio il suo amico e datore di lavoro che ha dato l’allarme. La ragazza è stata accompagnata nell’ospedale di Sciacca a una decina di chilometri dall’agrumeto, ma qui è deceduta pochi minuti dopo aver ricevuto le prime cure.
Eppure, Sonia, come tante ragazze straniere giunte in Italia, sognava solo una vita migliore. Invece, ha conosciuto la fatale ferocia della mafia.