Prima di addentrarci nelle contorte dinamiche correlate alle scene di illegalità che abbiamo imparato ad acquisire come “normali” è necessario presentare “la zona grigia”, ovvero, la linea di confine immaginaria, ma esistente a tutti gli effetti, dove l’illecito viene recepito ed acquisito come lecito, per instaurare una sorta di “compromesso tacito e indolore” tra Stato e Anti-Stato.
La zona grigia è costituita e popolata da una vasta gamma di atti illeciti che non arrecando un danno “diretto” alla comunità, vengono consentite per evitare che la criminalità organizzata dilaghi. Una sorta di “patto di non belligeranza” tacitamente istituito per evitare che un esercito di disoccupati possa prendere il sopravvento.
Questa è la ragione per cui spuntano come funghi e in ogni angolo della città individui che esercitano i lavori più fantasiosi, senza nessun titolo né licenza: venditori ambulanti, italiani e non, di accendini, calzini, fazzoletti, merce contraffatta, giocattoli, generi alimentari, detersivi, sigarette, frutta e verdura, giocattoli e piscine gonfiabili, fiori, perfino lavatrici “on the road”.
E, ancora: parcheggiatori abusivi, pulitori di vetri. Un elenco in perenne aggiornamento, al quale, ogni giorno, si aggiunge una novità.
Senza contare le costruzioni erte abusivamente o ricavate raggirando o non rispettando la legge, oltre alle occupazioni di beni immobili e vani destinati a tutt’altri usi che vengono riadattati alle esigenze di chi “deve tirare avanti per campare”.
Mentre il Comune di Napoli propone direttive e normative volte a contrastare il fenomeno dell’abusivismo lungo le strade più battute dai turisti, in primis lungomare Caracciolo e centro storico, ripulendole dall’assalto dei venditori ambulanti, – senza ottenere grandi risultati – il fenomeno dilaga, in lungo e largo, non solo in periferia.
Sprezzanti dell’ordinanza che vieterebbe loro di “esercitare la professione” nei pressi delle chiese e almeno a 500 metri di distanza dalle aree mercatali, i venditori ambulanti impegnati nella vendita dei prodotti contraffatti, tutti i lunedì e i giovedì, sono puntualmente piazzati lungo la pista ciclabile che costeggia l’area parcheggio della villa comunale di Ponticelli, intitolata ai fratelli De Filippo, a pochi metri dal mercato, animato da commercianti che pagano regolarmente il suolo pubblico per essere lì.
Non solo venditori di borse, cinture ed accessori contraffatti che danno filo da torcere ai commercianti che all’interno del mercato vendono capi d’abbigliamento, oltre agli “immancabili” venditori di calzini, l’area parcheggio accoglie chioschi e furgoncini colmi di frutta e verdura e almeno 4 parcheggiatori abusivi.
Almeno 2 individui si contendono l’area parcheggio, all’interno della quale la sosta è gratuita, 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. Da anni, però, ogni lunedì e giovedì mattina, chi si reca in auto al mercato per fare un po’ di spesa, ma anche i podisti, assidui frequentatori della pista ciclabile che contorna la villa, dovrebbero poggiare nel palmo della mano dei “soliti personaggi”, la celeberrima “offerta a piacere”.
Lo stesso copione si ripete lungo i marciapiedi di via Malibran, dove altri due parcheggiatori fermano perfino le auto in transito per agevolare la manovra di chi deve effettuare la sosta nel posto da loro indicato.
L’odore deciso di frittura, invece, deriva dalla presenza di carretti dediti alla vendita di “cuoppi di zeppole e panzarotti” e pizze fritte, senza alcuna licenza e in barba alle più basilari norme igienico-sanitarie in termini di vendita di generi alimentari.
All’ingresso del mercato, puntualmente stanzia una pattuglia della polizia municipale e diversi caschi bianchi battono il mercato per assicurarsi che tutto proceda “nel segno della legalità”.
Per puro dovere di cronaca, ricordiamo che, la villa comunale di Ponticelli, da più di un anno, viene sorvegliata da una pattuglia dell’esercito coinvolto nell’operazione “Strade Sicure”.
Ma, nella zona grigia, cos’è la legalità?
Proveremo a rispondere a questa domanda…