Aniello D’angelo è un ragazzo di 25 anni residente a Ponticelli.
È stato arrestato lo scorso 6 maggio dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Torre del Greco per il reato di tentato furto aggravato, in concorso con un altro soggetto non ancora identificato.
L’autorità giudiziaria di Torre Annunziata lo ha condannato agli arresti domiciliari da scontare presso l’abitazione della madre, nel quartiere di Ponticelli.
Una notizia “quasi normale”, ovvero, oggigiorno, in certe periferie, gli arresti per furti e rapine non fanno quasi più scalpore.
La vicenda che vede coinvolti il 25enne e un complice ancora non identificato, tuttavia, conferma una nuova “inversione di rotta” tra le mura di Ponticelli sul fronte camorristico, ormai in totale controllo del clan De Micco e che ha portato l’insorgenza di nuove alleanze tra i gruppi criminali superstiti del quartiere.
La presenza di figure di spessore dei cartelli criminali ponticellesi e/o contigue ai clan del quartiere della periferia est di Napoli, lungo il litorale vesuviano, non può più essere definita una casualità né una necessità dettata dal desiderio di respirare “il profumo del mare”.
L’assetto delle organizzazioni criminali nella periferia orientale sta cambiando e sta delineando nuovi scenari, dettati soprattutto dalle “nuove alleanze”.
Qual è il nesso tra questo “nuovo trend” e il tentativo di furto che Aniello D’Angelo non è riuscito a portare a termine?
L’associazione di questi fatti e questi luoghi, sottolinea ulteriormente l’egemonia dei De Micco a Ponticelli che “costringe i cani sciolti” – o quelli che, apparentemente, vogliono mostrarsi tali – a spostare i loro interessi altrove: è così per il racket, i furti, le rapine e, soprattutto, lo spaccio di droga.
Un tentativo di furto che matura a Torre del Greco, quello di D’Agostino, una cittadina “fortemente gemellata” attualmente con Ponticelli, quartiere d’origine del 25enne.
E che “Ponticelli scelga Torre Del Greco” non è affatto una casualità.
Tra Ponticelli e il litorale vesuviano, intercorrono Barra, San Giorgio a Cremano, Ercolano e Portici: sparati chilometri, pressoché 20 minuti di auto, nessun collegamento diretto, in termini di mezzi di trasporto pubblico. I pullman terminano la corsa a Portici, mentre la linea della circumvesuviana che copre Ponticelli, non conduce direttamente a Torre del Greco, ma è necessario effettuare l’interscambio a Barra. Senza considerare le “zone rosse” in termine di ingorghi d traffico che si incontrano lungo la strada che conduce a Torre Del Greco.
Agli osservatori attenti alle evoluzioni alle quali va incontro la malavita ponticellese è ormai chiaro che la cittadina torrese non è improvvisamente diventata un grande polo d’attrattiva per le proposte della movida locale o per la qualità della vita che contraddistingue quei luoghi.
La microcriminalità non è mai un fenomeno del tutto estraneo alla criminalità organizzata: la camorra controlla e gestisce tutto.
Inoltre, la scelta dell’”obiettivo da colpire” non è mai dettata dalla casualità, piuttosto, sono tanti e vari gli aspetti da prendere in considerazione: che si tratti di uno scippo o di un furto in un negozio o in un appartamento, a partire dal comune o dal rione, passando per l’analisi della famosa “zona di competenza”, ogni malvivente che si rispetti, deve fare i conti con le dinamiche e le regole che regnano nelle terre di camorra. Dinamiche e regole che cambiano, da clan a clan, da quartiere a quartiere.
Un malvivente di Ponticelli non potrebbe mai agire “da cane sciolto” tra le mura di un comune così distante dall’area di sua competenza.
Un codice d’onore pressoché universale, quello della malavita organizzata, che viene tradotto e personalizzato in base alle tendenze e alle esigenze del territorio in cui attecchisce.
A dispetto della calma apparente che si respira a Ponticelli, dopo l’omicidio di Salvatore Solla, avvenuto lo scorso dicembre nel Lotto O, l’assetto delle organizzazioni criminali nel quartiere sta cambiando, e pure in fretta.