Negli ultimi giorni, mentre imperversa la bufera, politica, giudiziaria e mediatica sui migranti e sui salvataggi nel Mar Mediterraneo, sulle coste siciliane approdano nuove navi cariche di uomini, donne e bambini in arrivo dalle coste del nord Africa.
Il bilancio della sola giornata di sabato 6 maggio dovrebbe fermarsi a poco meno di 540 persone: 394 a bordo di nave Phoenix di Moas, soccorsi giovedì nel Mediterraneo Centrale; altre 140 su nave Fiorillo, della Capitaneria di porto italiana. Il giorno prima, venerdì 5 maggio, nel porto di Catania era giunta la nave Prudence, imbarcazione di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere, con a bordo i corpi di sei migranti, cinque donne e un uomo, recuperati nei giorni scorsi in mare. Indagini sono state avviate dalla squadra mobile della polizia di Stato, coordinate dalla locale Procura distrettuale del capoluogo etneo.
Una nuova ondata non dovrebbe farsi attendere visto che, soltanto venerdì 5 maggio, in una ventina di operazioni di soccorso, coordinate dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, sono stati strappati dalle onde del Mediterraneo centrale circa 3.000 disperati che, a bordo di gommoni e piccole imbarcazioni, erano diretti dalla Libia verso l’Italia. Nelle operazioni al lavoro gli equipaggi di unità navali della Guardia Costiera e delle organizzazioni non governativa Aquarius, Vos Hestia e Sea Watch. Inviati in soccorso anche due mercantili che si trovavano nella aree delle operazioni.
E mentre infuriano le polemiche sui salvataggi da parte delle Ong, nel Mediterraneo si continua a morire. E non solo per i naufragi delle carrette del mare.
“Abbiamo a bordo il cadavere di un ragazzo ucciso a colpi di arma da fuoco. Testimoni ci hanno detto che è stato colpito perchè non ha voluto dare il suo cappellino da baseball ad un trafficante”.
Lo ha raccontato a “Restate scomodi” su RadioUno Regina Catrambone, fondatrice – col marito Christopher – del Moas, organizzazione nata nel 2014 e finita nel mirino dopo le dichiarazioni del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che ha parlato di possibili legami con i trafficanti di uomini.
Giovedì alcuni dei responsabili del Moas erano a Roma per rispondere alle domande – ed in diversi casi alle critiche – dei parlamentari del Comitato Schengen e della commissione Difesa del Senato. Nelle stesse ore Catrambone, a bordo della Phoenix, partecipava alle operazioni di soccorso su tre natanti davanti alle coste libiche, che hanno coinvolto anche le navi di altre organizzazioni non governative.
La Phoenix ora trasporta 394 persone (oltre alla vittima) ed è diretta – secondo le indicazioni arrivate dal Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera di Roma (Mrcc) – al porto di Catania. Come sempre, in questi casi, indagini saranno avviate dalla squadra mobile della polizia, coordinate dalla procura distrettuale diretta proprio da Zuccaro. E Catrambone si dice pronta ad incontrare il magistrato per chiarire tutti i suoi dubbi.
Le polemiche di questi giorni sollevate dopo le parole del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sui presunti rapporti tra trafficanti di esseri umani e ong non fermano dunque l’emergenza immigrazione.
Zuccaro potrebbe essere chiamato a spiegare al Csm le sue parole, ma, almeno per ora, non corre il rischio di un trasferimento d’ufficio.
Intanto, durante la giornata di sabato 6 maggio, ancora una volta, un gruppo di militanti fascisti ha organizzato una aggressione contro chi aiuta i migranti.
A Prato, un gruppo di appartenenti a Movimento nazionale e Gioventù identitaria ha interrotto il Festival Mediterraneo Downtown, organizzato dalla Ong Cospe, facendo irruzione durante un convegno al grido di “Ong scafiste”.
Una provocazione violenta che avviene due giorni dopo l’episodio di Roma, dove Forza Nuova ha occupato la sede dell’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.