20 Aprile 1995, Alessandria Della Rocca (Agrigento) – Giovanni Carbone è un giovane di 28 anni, con un passato da agricoltore del centro Alessandrino e poi impegnato come muratore nel campo dell’edilizia negli ultimi anni, non ad Alessandria della Rocca, ma a Parma.
Al nord il giovane muratore si era trasferito alla ricerca di lavoro. Dalle parti di Alessandria della Rocca se ne trova poco o si resta nei campi a coltivare la terra; l’unica alternativa è al nord alla ricerca di una sistemazione migliore.
Giovanni Carbone era un bravo ragazzo, una persona pulita. Aveva intenzione di trascorrere qualche giorno con i genitori, poi sarebbe dovuto tornare a Parma a continuare il suo lavoro di muratore.
L’abitazione del giovane Giovanni Carbone dista una cinquantina di metri da Contrada Cabibbi, dalla casa della famiglia di Emanuele Sadita.
Giovanni si trova lì per caso, quando sono entrati in azione i killer per uccidere Emanuele Sadita e per il giovane muratore non c’è stato niente da fare.
Morto perché ha visto in faccia i killer che hanno freddato con dei colpi di pistola al petto e al collo Emanuele Sadita.
Che questo sia il movente dell’omicidio di Giovanni lo testimonia anche il fatto che, a differenza dell’auto di Sadita che era posteggiata in un piccolo spazio a ridosso della stradina polverosa in contrada Cabibbi, quella del Carbone è stata ritrovata con il quadro ancora acceso.