Napoli si appresta ad intascare l’ennesima Pasqua da record, secondo quanto rivelano i primi dati di Federalberghi e alcune classifiche di settore.
“Boom di presenze a Napoli, soprattutto stranieri. Torna anche il turismo di qualità, con gli alberghi di lusso del lungomare dalle camere tutte occupate, tranne che per alcune suite da 5mila euro a notte nello storico ‘Vesuvio’ che ha ospitato dal tenore Enrico Caruso al presidente americano Bill Clinton.”
Napoli quest’anno registra il 90% delle stanze occupate, più del 10% rispetto allo scorso anno e conquista il quarto posto tra le città italiane scelte come meta di soggiorni pasquali.
E, come sempre nel periodo pasquale, regna sovrana la pastiera, la torta di ricotta e grano tipica delle festività pasquali, ora però declinata in molte varianti innovative.
Dopo l’introduzione della “pizza gourmet” che tanto ha fatto infuriare i pizzaioli napoletani legati alla tradizione, ora tocca alla pastiera, uno dei dolci napoletani più tipici e “classici”.
Nel rispetto di un trend che porta chef ed esperti del settore della gastronomia a sperimentare e proporre varianti di gusto sempre nuove, diversi i pasticcieri che non hanno risparmiato la pastiera, proponendola in versioni rivisitate che hanno scatenato le ire dei colleghi più propensi a preservare la tradizione.
Un involucro friabile in pastafrolla, farcito con un morbido ripieno di ricotta, grano bollito nel latte, frutta candita, uova e zucchero e l’inconfondibile aroma dell’acqua di fiori d’arancio. Questi i caratteri inimitabili di una delle più tradizionali ricette campane: la pastiera, un dolce pasquale che però piace tanto da essere venduto nelle pasticcerie durante tutto l’anno.
La tradizione vuole che sia preparata il Giovedì Santo, al più tardi il Venerdì, perché possa riposare e impregnarsi degli aromi dei suoi ingredienti. Ogni famiglia custodisce gelosamente la propria ricetta, per cui se ne possono trovare oltre 10.000 varianti, tra cui quelle fatte con riso e orzo al posto del grano, strutto invece del burro, crema pasticcera nel ripieno.
Le versioni più “moderne” propongono la pastiera al cioccolato, alle mandorle o alle fragole, con gelato e con i biscotti che sostituiscono la pastafrolla, in versione semifreddo, servita in monoporzioni tipiche della nouvelle cuisine.
Se è vero che la colomba è andata incontro a questa tendenza già da diverso tempo, abbracciando svariate e fantasiose farciture, tanto da far apparire “superata” la versione classica, con cedro e canditi, è altrettanto vero che il new look della pastiera, per i pasticceri più conservatori, è apparso come uno schiaffo alla tradizione che ha ferito l’orgoglio di coloro che si battono per tramandarla inviolata e invariata.
Come già è accaduto quando i pizzaioli hanno iniziato a sbizzarrirsi ornando le pizze con primizie e prodotti ben lontani dalla semplicità della classica Margherita, innescando polemiche che si sono protratte per mesi e mesi, anche “il caso pastiera” non sarà da meno.