L’asilo nido del Lotto O di Ponticelli è un autentico fiore nel deserto.
Un presidio assai all’avanguardia, paragonabile ad un nido del Nord, per quanto attiene la qualità dei servizi offerti e non solo, paradossalmente insorto in uno dei luoghi più degradati del contesto napoletano. Un’associazione di fatti che rende più facilmente identificabile il bene primario dal quale partire per costruire una società sana: la scuola.
Le madri del lotto O di Ponticelli, grazie al percorso intrapreso proprio attraverso quella struttura, hanno ben compreso l’importanza di incanalare in quella direzione i loro figli, fin dai primi vagiti.
Un autentico presidio di legalità ordinaria che, semplicemente, esercitando la sua funzione educativa e sociale, imprime nei bambini, i passi giusti da compiere per allontanarsi “dal grigio e dal nero” che convivono in quel contesto.
Lo scorso dicembre, non a caso, il nido fu oggetto di numerose incursioni notturne e raid vandalici che costrinsero i genitori ad organizzare delle ronde, pur di vigilare la struttura e difendere i diritti dei loro bambini.
Adesso, la più temibile delle minacce incombe sul destino dell’asilo nido del Lotto O di Ponticelli: rischia di chiudere.
Come spiegano i dirigenti dell’asilo e le madri che si sono riunite in una sorta di comitato ed hanno avviato una raccolta firme per scongiurare il pericolo che cali il sipario anche su una delle poche isole felici del rione, il 30 giugno 2017, il progetto legato alla cooperativa operante nella struttura, finanziato con fondi PAC, scadrà.
Cosa accadrà di lì in poi, non è facile prevederlo.
Il nocciolo della questione sono proprio i fondi PAC che, fin qui, hanno tenuto in vita tanti progetti, tra cui, anche l’asilo nido in questione. L’incertezza è il tema portante che regna non solo intorno a questo progetto, quindi.
Seppure sia partita la richiesta per usufruire di ulteriori stanziamenti da parte dei “piani alti” capitolini, non è detto che i fondi filtreranno nell’imbuto burocratico che, passando dal Comune di Napoli e dalla VI Municipalità, li farà convergere anche nel nido del Lotto O di Ponticelli, proprio perché i progetti in essere sono tanti e ampiamente distribuiti, non solo tra le mura della stessa VI Municipalità.
L’ipotesi proroga “allungherebbe il brodo” per un altro anno, rimandando solo di 365 giorni la risoluzione di un problema di primaria importanza per decidere delle sorti di un posto.
La legalità passa soprattutto attraverso tasselli primordiali, come la scuola e l’istruzione, e chiudere quella struttura vorrebbe dire spegnere i fari della speranza nel rione e consegnare le chiavi del Lotto O alla camorra che, di recente, non di rado ha fatto sentire la sua presenza tra quei grigi e malandato palazzoni.
Paradossalmente, i cavilli burocratici e “le cestini di denaro”, rischiano di scrivere una delle pagina più tristi ed arrendevoli della storia di quel luogo.
La domanda che le madri pongono e si pongono è: che fine farà l’asilo?
A prescindere dalla natura dei fondi, quindi se pubblici o privati, le mamme che stanno battagliando per tenere aperta e funzionante la struttura, ci tengono a ribadire il concetto portante: la priorità è scongiurare il pericolo della chiusura del nido. Si tratta di un autentico gioiellino, in termini educativi e non solo, pregevole il lavoro delle educatrici che non hanno seminato input positivi solo nei bambini, ma hanno coinvolto ed appassionato anche le madri. Tant’è vero che a beneficiare dei servizi resi dal nido non sono solo i bambini che vivono nel rione: madri che vivono in altre zone del quartiere e nei comuni limitrofi, hanno scelto di affidare i loro bambini a quell’asilo e sono più che convinte della loro scelta. Indicativo il fatto che molte delle madri che hanno avviato questa battaglia sanno che questo è l’ultimo anno che potranno, in ogni caso, tenere i loro figli lì.
Perché hanno scelto di supportare questa causa?
Riconoscono in quella struttura uno dei più grandi punti di forza in grado di supportare “la rinascita dalle ceneri” del Lotto O: i neonati di oggi sono gli adulti di domani e quel presidio è il primo e cruciale tassello in grado di garantire che i loro bambini crescano senza mai abbandonare la retta via e che, nell’immediato, funge da luogo di evasione dalla fatiscenza, dal degrado e da tutte le altre brutture che regnano in quel contesto.