26 marzo 1994, Secondigliano (Napoli) – Anna e Carmine sono una madre e figlio che da tre anni accusavano la famiglia Esposito per la morte di Domenico, ucciso nel ‘ 91 da una misteriosa overdose: un delitto mascherato e imperfetto, un’iniezione fatta nel braccio destro di una vittima non mancina.
La donna, Anna Dell’ Orme, 47 anni, era andata anche in televisione ed aveva ripetuto le sue accuse davanti a milioni di telespettatori, durante “Il coraggio di vivere” e “I fatti vostri”, due programmi di attualità molto seguiti.
Era un sabato pomeriggio, quando a distanza ravvicinata sono stati giustiziati a pochi istanti di distanza l’uno dall’ altra. Carmine Amura, 25 anni è stato freddato nel suo negozio di abbigliamento di Casavatore, nell’ entroterra napoletano, la donna è stata uccisa a Secondigliano, nel supermercato Orme, uno dei negozi di proprietà della famiglia.
Per questi esercizi commerciali, i carabinieri avevano avanzato alcuni mesi fa una proposta di sequestro. Negli anni passati madre e figlio avevano denunciato sette membri della famiglia Esposito; uno di questi, Antonio, è stato assassinato il 22 febbraio scorso. L’ agguato gli era stato teso in piazza Diacono, a Secondigliano; fu ammazzato sotto gli occhi del figlio di due anni. Gli uomini della camorra, quel giorno, tentarono di imporre ai commercianti la chiusura in segno di lutto: un tentativo sventato dall’ intervento della polizia. L’ uccisione di Antonio Esposito era subito sembrata un altro anello della faida iniziata nel ‘ 91.
Nel corso delle indagini sulla doppia esecuzione, ieri gli agenti del commissariato di Secondigliano hanno arrestato Angelo Liccardo, 37 anni, pluripregiudicato legato alla famiglia Esposito, accusato di associazione per delinquere e di concorso nell’ omicidio di Carmine Amura. Per gli stessi reati è stato denunciato anche il boss Luigi Esposito, detto “Nacchella”: sarebbe lui il mandante delle due esecuzioni. Liccardo, sospettato di essere uno dei killer, nel ’93 era rinchiuso nel carcere di Avellino insieme con Carmine Amura: più volte lo aveva invitato a lasciar perdere le accuse agli Esposito. Al rifiuto di Amura, Liccardo minacciò lui e la madre. Il giovane detenuto informò dell’accaduto il direttore del carcere e da allora venne sottoposto a particolari misure di protezione. E dopo la scarcerazione, avvenuta nel novembre scorso, Carmine Amura e sua madre, nonostante le minacce, continuarono a puntare il dito contro gli Esposito in tutti i modi: Anna Dell’ Orme raccontò anche in televisione la sua storia. Dopo le trasmissioni, le minacce di morte si erano moltiplicate. Sino alla doppia esecuzione.