Il governatore della regione Campania ne ha fatta un’altra.
Ha aggiunto alla già copiosa carrellata di insulti ed uscite infelici rivolte ad esponenti politici, l’ennesimo strafalcione dando della “chiattona” a Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle.
Vincenzo De Luca stava parlando con dei giornalisti quando, infastidito da alcune voci, si è interrotto dicendo: “C’è una signora che disturba anche quando sta a 100 metri di distanza, questa chiattona”. Poco distante da De Luca, infatti, c’era Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle, insieme agli altri membri del suo gruppo consiliare intenta a girare un video per testimoniare la protesta contro l’approvazione al maxiemendamento alla legge di stabilità regionale.
A chi gli ha fatto notare che le sue parole potevano essere considerate fuori luogo, De Luca ha risposto: “Non ho fatto nomi, stavo parlando di miei amici che stanno passando lì”.
Al cospetto del calderone di indignazione insorto intorno a quell’insulto “da bullo”, De Luca ha pubblicato su Twitter un timido cenno di scuse: «Manderò alla Ciarambino un mazzo di fiori. Sperando che la prossima volta lasci parlare chi a 50 metri da lei sta facendo un’intervista, senza coprirci con le sue grida».
I paradossi della politica fatta da certi politici: puntano il dito contro atteggiamenti che inneggiano alla violenza, all’indomani degli attentati terroristici e di feroci fatti di sangue, così come al cospetto di notizie che narrano di bambini vittime di violenze da parte di un branco di bulli.
Che si tratti di cyberbullismo o di insulti “face to face” o di abusi sessuali o di pestaggi, non basta dispensare turpiloqui pieni di retorica e frasi fatte: è l’esempio quotidiano quello che conta e che resta impresso nella memoria collettiva.
Un politico che adotta atteggiamenti “da bullo” è un pessimo esempio.