20 marzo 1991 – Casarano, Lecce: Angelica Pirtoli è un bambina di appena 2 anni quando viene uccisa dalla mafia salentina. A ordinare la sua morte e quella della madre fu un boss che decise di non risparmiare la piccola, rimasta ferita, e fece tornare indietro i due sicari per finirla.
Angelica, figlia di Paola Rizzello, la cui fine – secondo un pentito – fu decisa dalla moglie di un boss di Parabita, Luigi Giannelli, che dal carcere sentenziò la condanna nonostante avesse avuto una relazione con la Rizzello. I particolari del duplice omicidio sono stati resi noti, nell’udienza alla corte di Assise, da uno dei killer, Luigi De Matteis, ora collaboratore di giustizia.
De Matteis e Biagio Toma la sera del 20 marzo ’91 incontrano la donna che ha in braccio Angelica. Portano Paola Rizzello e la figlia in una casa nelle campagne di Matino dove era stato nascosto un fucile. De Matteis prende l’arma e spara: il primo colpo raggiunge Paola Rizzello al ventre, ferendo Angelica a un piede, il secondo colpo centra al petto la donna. I due assassini si allontanano con Angelica, ma Mercuri ordina che sia ammazzata anche lei. Dopo 2 ore tornano sul luogo del delitto e Toma scaraventa contro un muro Angelica, uccidendola: poi, bruciati i cadaveri, li gettano in una cisterna.
La tomba di Angelica Pirtoli è stata per otto anni una anonima collinetta rocciosa spersa nelle campagne in un posto che si chiama Matino, dove non c’è un’anima e si vedono soltanto i ripetitori delle tv. La tomba era ai piedi di un pino: un buco profondo due metri e ricoperto di terreno indurito dal tempo. La bara un sacco di juta, un fagotto in cui mani feroci avvolsero il corpo di questa bambina. L’ hanno ritrovata dopo 8 anni i carabinieri, e non è il caso di descrivere ciò che hanno visto dopo aver scavato. L’ hanno trovata a un paio di chilometri da una vecchia cisterna dove, nel febbraio ‘ 97, recuperarono il corpo della mamma di Angelica, Paola Rizzello, che quando scomparve aveva 27 anni e una storia di sbandata, tra droga e uomini finiti in carcere o ammazzati. C’è di mezzo anche la Sacra Corona Unita in questa vicenda, ma solo perché chi oggi p accusato per la morte della donna e di sua figlia è gente che ha a che fare con le cosche del Salento. Ma qui non c’ entrano traffici loschi, la gelosia piuttosto. La gelosia di un capozona che non perdonò alla sua amante di essersi messa con un altro, e soprattutto la gelosia della moglie del boss, che dopo aver scoperto il tradimento diede l’ordine di eliminare la rivale.
Nessuno voleva che Paola Rizzello continuasse a vivere. E che ci fosse di mezzo una bambina contava meno di zero, per il boss, per sua moglie e per l’ uomo che dall’ uno e dall’ altra ebbe l’ incarico di fare quel “lavoro”. Marito e moglie si chiamano Luigi Giannelli e Anna De Matteis, 41 e 37 anni, il killer Donato Mercuri (36 anni), che pure ebbe una storia con la Rizzello, ma questo non gli impedì poi di strangolarla. Paola era la donna segreta di Giannelli nella prima metà degli anni Ottanta, ma dopo qualche tempo si legò a un altro uomo, uno del suo paese, Luigi Calzolari. Non durò a lungo, perché’ nell’ 85 Calzolari fu ucciso. Su ordine di Giannelli, fu il sospetto di Paola. E cominciò a far domande in giro, a cercare di incastrare l’ ex amante. Che però venne a saperlo in fretta, e da dietro le sbarre fece sapere a uno dei suoi che a quella ragazza bisognava chiudere la bocca. Intanto la Rizzello aveva avuto altre storie e da una di questa era nata Angelica. La piccola cresceva senza padre e con una madre che faceva la vita che faceva, ma alla bambina cercava di badare al meglio. Su di lei, però, c’ era ormai la condanna dell’ ex amante, e poi anche quella della moglie del boss, che quando venne a sapere del tradimento, prima affrontò la ragazza, la insultò e la minacciò , quindi disse che voleva vederla morta. Ma davvero, non per dire. Le circostanze in cui Paola e Angelica sparirono, il 20 marzo ‘ 91, non hanno granché’ di particolare. Paola era uscita con Angelica e da qualche parte del paese incontrò Mercuri. Si conoscevano, non ci fu bisogno di azioni di forza per portar via la donna e la bambina. Quello che successe dopo, invece, è ancora da chiarire fino in fondo, e forse ora che è stato ritrovato anche il corpo di Angelica, lo si potrà capire durante il processo in corso. Perché’ ci sono cose che non quadrano in tutta questa truce vicenda: Angelica era piccolissima, non poteva raccontare niente a nessuno, non rappresentava un pericolo. Eppure la uccisero. E poi: se il corpo di Paola Rizzello fu gettato in un pozzo, perché’ mettersi a scavare una buca per seppellire Angelica, anziché lasciarla lì dove avevano lasciato sua madre, ritrovata due anni fa? “Probabilmente l’ hanno uccisa successivamente, quando si sono resi conto che non sapevano cosa farne”, dice un investigatore. E con quel “non sapevano cosa farne” spiega in quattro parole che gente è quella che ha deciso il destino di questa bambina.