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TERRONI UNITI presenta “GENTE DO SUD”: 30 artisti contro il razzismo uniti in nome dell’accoglienza

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
10 Marzo, 2017
in In evidenza, Musica
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gente-do-sud-cover Un collettivo di artisti che in meno di una settimana autoproduce un brano per dire no al razzismo: questo è il piccolo grande miracolo che ruota intorno alla canzone “Gente do sud”. Il brano nasce da un’idea di Massimo Jovine che, in occasione della visita dell’11 marzo a Napoli di Matteo Salvini, ha pensato di smuovere le coscienze, contrapponendo al razzismo la grande capacità della gente del Sud, quella di allargare le braccia per accogliere.

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“Gente do sud” è una canzone che ha preso forma in corso d’opera, man mano che gli artisti, le collaborazioni, i contributi, sono cresciuti, fino a formare un vero e proprio collettivo dal nome “Terroni Uniti”, che coinvolge ben trenta artisti che vanno dai nomi che hanno fatto la storia della musica napoletana, fino alle nuove leve come: Massimo Jovine (99 Posse), Ciccio Merolla, Enzo Gragnaniello, James Senese, O’ Zulu’ (99 Posse), Eugenio Bennato, Speaker Cenzou, Valentina Stella, Daniele Sepe, Franco Ricciardi, Dario Sansone (Foja), Valerio Jovine, M’Barka Ben Taleb, Pepp-Oh, Francesco Di Bella, Simona Boo, Tommaso Primo, Andrea Tartaglia, Tueff, Gnut, Nto’, Roberto Colella (La Maschera), Dope One, Gianni Simioli, Carmine D’Aniello (‘O Rom), Oyoshe, Djarah Akan, Joe Petrosino, Massimo De Vita, Giuseppe Spinelli, Alessandro Aspide (Jovine), Sacha Ricci (99 Posse).

L’occasione della visita di Matteo Salvini a Napoli è stata solo un pretesto per accendere il fuoco creativo degli artisti che vivono, cantano e suonano all’ombra del Vesuvio. “Gente do sud” non è una canzone di odio e il leader della lega non ne è di sicuro il protagonista. Il brano è un inno d’amore, un invito all’accoglienza che parla di solidarietà e di fratellanza. Il Mediterraneo è sempre stato crocevia di storia e cultura, Napoli stessa è una felice mescolanza di popoli e razze che ha fatto delle differenze tra gli individui, una forza. Il brano si avvale di un videoclip per la regia di Luciano Filangieri che racconta in presa diretta il clima che hanno respirato gli artisti mentre registravano la canzone.

“Gente do Sud” non è solo un brano che ha messo insieme un’importante fetta di musicisti del Sud, ma è un progetto che ha unito diverse realtà imprenditoriali che operano nella città di Napoli. Etichette, studi di registrazione, professionalità diverse, scese in campo con l’unico scopo di dar vita ad un progetto importante destinato a diventare esempio per le generazioni future, un inno contro tutte le forme di razzismo, un invito a restare umani. Da tutto questo fermento è nata una compilation, formata da brani degli artisti del collettivo Terroni Uniti, i cui proventi saranno devoluti ad Alarm Phone di Watch The Med,  istituito nell’ottobre del 2014 da reti di attivisti e rappresentanti della società civile in Europa e NordAfrica. Il progetto ha creato una linea telefonica diretta e autorganizzata per rifugiati in difficoltà nelle acque del Mar Mediterraneo.

Ecco la genesi del brano “Gente do Sud” dal racconto di Massimo Jovine.

Gente do Sud nasce da quegli incroci multipli tipici del centro antico. Qualche giorno fa scendo a prendere un caffè con mio fratello Egidio. Subito gli chiedo curioso come sta andando la costruzione della manifestazione contro Salvini. La Lega è un nostro vecchio pallino e negli ultimi anni ce ne hanno fatte talmente tante che l’idea che il segretario del partito che odia Napoli e i napoletani pensi di sfilare impunemente a Napoli per raccattare una manciata di voti, mi manda al manicomio. Egidio è ottimista. Mi spiega che la città è pronta, il clima positivo, la Lega troppo odiata per lasciare indifferenti ma mi dice anche che la partecipazione al corteo non è conseguenziale a quello che leggiamo sui social e che c’è tanto, davvero tanto da lavorare. A un certo punto, proprio mentre mi racconta dei preparativi e del resto, mi propone un’idea.

“Fra ce vulesse ’na canzone”. E’ una frase buttata lì. In tanti anni mi sarà capitato un milione di volte in un milione di occasioni di sentirmi dire che ci sarebbe voluta una canzone. Ma stavolta mi fermo. Egidio ha ragione. Ognuno contro Salvini deve fare la sua parte. I napoletani devono scendere a migliaia in piazza e noi che siamo artisti dobbiamo fare una canzone. Comincio a pensare astrattamente a come e soprattutto con chi.

Ed è a questo punto che entra in scena Ciccio Merolla.

Ciccio è un vecchio amico, un fratello, uno con cui ho pensato immediatamente di condividere l’idea della canzone contro la Lega. Io ed Egidio cominciamo a parlargli dell’ipotesi. Il corteo è l’11, il tempo è pochissimo. Chiunque avrebbe detto “siete matti”. Ciccio no. Si appassiona all’istante. E’ dei nostri e in tre il progetto diventa già realtà. Per me e Ciccio è fatta. Il giorno dopo si comincia a registrare. Chiaramente coinvolgiamo subito Alessandro Aspide, l’unico che avrebbe potuto “sopportare” l’invasione degli artisti uniti contro la lega per tutto il tempo necessario a produrre il brano.

Fogli alla mano cominciamo le telefonate. I primi contributi sono quasi scontati, sono i fratelli più stretti, i compagni di avventure di una vita. Luca (Zulù), mio fratello Valerio, Simona Boo, Speaker Cenzou. Il pezzo prende forma attorno a un ritornello che ascoltiamo e canticchiamo e più lo riascoltiamo, più lo canticchiamo e più ci convince. Quello che è successo dopo è difficile da raccontare. Lo studio di Alessandro e gli altri in cui abbiamo registrato si sono trasformati nella piazza dell’underground di una città che si dimostra sempre una spanna sopra il mondo. In pochi giorni l’elenco delle collaborazioni è arrivato a contare trenta artisti. Agli astri più o meno nascenti della città: Foja, La Maschera, Gnut, Carmine ‘O Rom e ad alcuni dei più noti rapper campani si sono rapidamente aggiunti i nomi che della musica napoletana hanno fatto la storia. Eugenio Bennato, James Senese, Enzo Gragnaniello, Francesco di Bella, Daniele Sepe, Valentina Stella e tanti altri. Musicisti straordinari come i miei compagni della 99 Posse, Marco Messina e Sacha Ricci, che hanno messo a disposizione i loro strumenti per arricchire la melodia della canzone. Tanti tecnici hanno lavorato giorno e notte in una corsa contro il tempo che ha entusiasmato tutti.

In una settimana è nato un brano bellissimo in cui ognuno ha messo a disposizione della città e di tutto il sud le proprie migliori parole di solidarietà, amore e disprezzo per tutti i razzismi. E ancora di più: il progetto si è allargato fino a diventare una compilation di brani degli artisti che hanno collaborato al pezzo, i cui ricavi saranno devoluti tutti a progetti di solidarietà.

Gente do sud è Napoli che contro la Lega sceglie di restare umana.

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