Il Garante per la Privacy ha avviato un’istruttoria sul caso di Tiziana Cantone. Punta, così, ad accertare i motivi per i quali i due principali motori di ricerca, Google e Yahoo, hanno ancora indicizzazioni che portano ai video della ragazza che si è tolta la vita dopo la diffusione in Rete di alcuni suoi filmati hard. Tiziana, 31enne di Mugnano di Napoli, si è uccisa il 13 settembre scorso. A far partire le verifiche dell’Authority per la protezione dei dati personali è stato il reclamo presentato il 16 dicembre scorso dalla madre di Tiziana Cantone. Il Garante, Antonello Soro, ha chiesto due cose a Microsoft Corporation Inc. (titolare del motore di ricerca Yahoo) e a Google Inc. (titolare del motore di ricerca Google). La prima è di “riscontrare le richieste formulate dalla mamma della vittima”; la seconda di “indicare quali sistemi abbiano usato per provvedere alla deindicizzazione delle pagine che illegittimamente pubblicano video e immagini pornografiche associandole a Tiziana Cantone”. La madre della 31enne, nel procedimento davanti all’Autorità Garante, è assistita dall’avvocato napoletano Andrea Orefice. “Il nostro obiettivo – ha dichiarato Orefice – è quello di ottenere l’eliminazione dal web di tutte le immagini oscene e di tutti i video pornografici che ritraggono la povera Tiziana. Ma sappiamo che è difficile, visto che spesso i server sono in Paesi con regole diverse dalle nostre. Raggiungeremmo un risultato straordinario, però, anche solo se riuscissimo a ottenere la deindicizzazione dai principali motori di ricerca delle pagine sulle quali si trovano pubblicate le immagini e i video illeciti di Tiziana, perché ciò li renderebbe di fatto inaccessibili all’utenza comune”.
Nei giorni scorsi c’erano stati sviluppi anche sulle indagini penali aperte da due diverse Procure dopo la morte della ragazza. I carabinieri della sezione cyber-crime del Comando Provinciale di Napoli, infatti, erano riusciti a sbloccare l’iPhone di Tiziana estrapolando alcuni file audio risalenti alle ore precedenti alla sua morte. Materiale che potrebbe portare le indagini a una svolta. Sulla vicenda di Tiziana Cantone ci sono tre procedimenti aperti. Il primo è per istigazione al suicidio ed è coordinato dalla Procura di Napoli Nord. È ancora contro ignoti, ma una svolta potrebbe arrivare a breve. I carabinieri, infatti, sono riusciti a sbloccare l’iPhone di Tiziana e ad estrapolare alcuni file audio risalenti alle ore precedenti alla sua morte. La seconda inchiesta, della procura di Napoli, è per diffamazione ed è partita dopo la denuncia presentata dalla ragazza e dal suo ex fidanzato. Gli indagati sono quattro: i destinatari dei video hard. Su questo procedimento pende una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura che sarà discussa davanti al Gip di Napoli il prossimo 6 aprile. Nei giorni scorsi, poi, la Procura di Napoli ha aperto il terzo filone indagando per calunnia l’ex fidanzato di Tiziana Cantone: è accusato di aver indotto la 31enne a querelare per diffamazione i quattro ragazzi cui erano stati inviati i video hot.