All’indomani dell’attesissima sfida di Champions League che ha visto più di 10mila napoletani atterrare a Madrid, a tenere banco non è la delusione sortita dalla sconfitta, ma le polemiche per le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis alla fine della partita.
Il Real ha replicato alla rete di Insigne maturata all’ottava minuto di gioco, violando per ben tre volte la rete azzurra. Eppure, i tifosi, seppur consapevoli che per passare il turno è necessario che Hamsik e compagni attuino un autentico miracolo calcistico durante la partita di ritorno in programma il 7 marzo al San Paolo, non sembrano né amareggiati né disfattisti.
Meno morbido l’atteggiamento dei supporters partenopei al cospetto delle dichiarazioni del presidente De Laurentiis che si è apertamente scagliato in maniera piuttosto dura contro l’allenatore.
Mister Sarri sta diventando un’autentica icona per i tifosi, non solo napoletani e il suo credo calcistico è diventato un vero e proprio movimento ideologico-culturale che annovera migliaia di adepti raggruppati nella pagina facebook “Sarrismo – gioia e rivoluzione”.
Proprio gli admin di questa pagina che dilaga nel mondo virtuale ha replicato, punto per punto, alle dichiarazioni del patron azzurro, sintetizzando brillantemente il pensiero condiviso da migliaia di tifosi:
– “Evidentemente si pretende troppo da chi è stato spostato in un ruolo non suo”
C’è stato un momento in cui si è deciso di pretendere troppo da Mertens: Napoli–Besiktas, 19 ottobre. Erano passati dieci giorni dall’operazione di Milik e Sarri aveva già trovato il bandolo della matassa. Il belga quella sera faceva goal ed assist alla sua prima da titolare al centro dell’attacco. Attualmente ha all’attivo un parziale di 30 partite e 20 reti, la media di una realizzazione ogni 102 minuti: superiore a quelle di Higuain, Benzema e Lewandowski. Evidentemente si pretende troppo dalla sua intelligenza, Presidente?
– “I tifosi non sono stupidi, capiscono che certe sconfitte possono arrivare per testare i nuovi acquisti. A me non interessa vincere sempre in campionato, perché alcune sconfitte mi permettono di capire gli acquisti ed i moduli. Perché altrimenti arriverò alla fine del campionato con gente che non ha giocato”
I tifosi capiscono la sconfitta di ieri, in casa dei campioni d’Europa in carica. Dubitiamo che possano comprendere invece le sue “sconfitte test”. Dubitiamo anche che lei stesso sia disposto ad accettare di trasformare la Serie A nel suo tavolo operatorio, dato che la nostra crescita e la partecipazione alle scene internazionali dipende proprio dai risultati in campionato. Sa inoltre meglio di noi che anche in Italia abbiamo uno svantaggio competitivo rispetto a concorrenti più ricche e strutturate; non sappiamo fino a che punto possa augurarsi fiere da esposizione fini a se stesse.
– “Si cerca di difendere troppo le proprie posizioni, quando l’unica che conta è quella del Napoli”
Non c’è nessuna posizione da difendere quando si discute di una squadra che non perdeva una partita di calcio dal 29 ottobre.
– “Io ho investito dei soldi su alcuni calciatori e non saprò se ho fatto bene perché non giocano”
Dei sette giocatori acquistati in estate, tre sono entrati a pieno titolo negli undici titolari. Due di questi ragazzi – classe ’94 e ’97 – sono stati portati dalla lotta salvezza al Bernabeu in sei mesi, raddoppiando il proprio valore di mercato. Gli altri acquisti hanno un minutaggio equo rispetto a valore e rendimento e sono inseriti in rotazioni sistematiche. Tra le sue avveniristiche proposte di ringiovanimento del mondo del calcio potrebbe inserire l’innalzamento del numero di giocatori in campo, da 11 a 16 per squadra; siamo sicuri che ciò le porterebbe un ritorno economico ancora più consistente. Con le regole attuali non è semplice concedere 40 presenze stagionali a tutti.
Al di là delle considerazioni sul suo parco giocatori, che, le assicuriamo, gode di ottime stime economiche, vorremmo invitarla a riflettere sull’opportunità di attaccare a mezzo stampa il suo allenatore ed i singoli giocatori dopo un appuntamento così delicato. La stampa mondiale ha riconosciuto la dignità della nostra prestazione e ha attestato la riconoscibilità di un progetto tecnico importante, al quale tutti stanno lavorando con passione, sospinti da ottimi risultati su tutti i fronti. Siccome riteniamo che lei sia edotto della situazione del Napoli, preferiamo pensare che il suo sfogo autolesivo di ieri sia un tenero atto di gelosia nei confronti di un allenatore che, suo malgrado, è stato eletto dalla piazza a guida: ciò che lei non ha mai saputo essere. Siamo sicuri che, da buon uomo d’affari quale è, sia in grado di capire che entrare nella gestione tecnica a sproposito non giova alla squadra, all’ambiente e soprattutto a lei stesso: sempre più confinato al ruolo di padrone molesto, leader mancato, uomo di soldi, nemico della Bellezza.