L’operazione “Strade Sicure” ha avuto inizio nel 2014.
Nel febbraio del 2016, l’allora Ministro degli Interni Angelino Alfano ha inviato in Campania 250 militari aggiunti per potenziare la presenza dell’esercito sul territorio e, in particolare, nelle aree in cui la forza violenta della criminalità è notoriamente più viva.
Sono duecentocinquanta, superaddestrati e pronti a tutto. Dal 15 febbraio 2016, i bersaglieri dell’Ottavo reggimento presidiano le strade di Napoli: su di loro è caduta la scelta del governo per fronteggiare l’emergenza della città nella morsa di una camorra sempre più violenta e sfrontata.
Di fatto, i militari sono impegnati in operazioni ad alto impatto sul territorio.
Un anno fa, Alfano lo presentò come un piano complessivo basato su cinque pilastri e del quale l’impiego di queste 250 unità costituisce una parte essenziale. Gli altri punti sono più sinergia e raccordo tra gli apparati investigativi coordinati dalla magistratura, più investigatori con il distacco di operatori dei reparti speciali Sco, Ros, Scico e Dia, più impianti di videosorveglianza, più efficienza nelle chiamate di emergenza, anche grazie all’attivazione in Campania del Nue, 112.
Un impiego elastico, dinamico, con relativo dislocamento sulle caselle più roventi dello scacchiere occupato dai clan.
I militari operano in pattuglie composte da tre unità ciascuna a Scampia, Ponticelli, Bagnoli, Soccavo, ma anche lungo via Toledo e presso le stazioni delle metropolitane. Si muovono a bordo di «Defender», «VM» e blindati «Lince» armati di fucili mitragliatori. In quanto agenti di pubblica sicurezza possono: identificare soggetti e procedere sia a perquisizioni personali che reali (auto, moto). Sono in costante contatto radio con la centrale operativa del 113, alla quale potranno rivolgersi in caso di necessità. L’uso delle armi gli è consentito solo in casi eccezionali: e dunque sempre nei casi di conflitto a fuoco e per legittima difesa. L’arrivo dei 250 bersaglieri in aggiunta ai 157 militari dell’Esercito già operativi a Napoli nell’ambito del cosiddetto piano «Strade sicure» è stato attuato per liberare uomini e recuperare unità delle forze dell’ordine impegnate nei cosiddetti servizi su strada.
Ai cittadini ponticellesi più attenti non sarà sfuggita la recente rimozione del presidio dell’esercito che, da circa un anno, piantonava 24 ore su 24 l’area antistante la villa intitolata ai fratelli De Filippo. In virtù di disposizioni giunte direttamente dalla prefettura è cambiata la natura della presenza dei militari tra le strade del quartiere: oggi Ponticelli accoglie tre presidi mobili. Rimossa, quindi, la postazione fissa.
In che modo è migliorata la situazione sul fronte criminalità tra le strade di Ponticelli grazie alla presenza dei militari dell’esercito?
Purtroppo, il Comando Forze Operative Sud non è in grado di fornire i dati relativi agli interventi delle unità impegnate nei singoli quartieri, ma consegna un resoconto complessivo del biennio trascorso dai militari sui fronti delle piazze più calde del contesto napoletano.
43983 pattuglie effettuate, 601 persone arrestate, 1839 persone denunciate, 124 persone poste in stato di fermo, 212038 persone identificate/controllate, 48672 veicoli controllati: questi i dati relativi agli interventi effettuati dai militari dell’esercito a Napoli dal 2014 al 2016.
Non c’è una data che preveda il termine della missione che avrà ragione di esistere almeno fino a quando la situazione della sicurezza a Napoli non tornerà nei suoi ranghi fisiologici.