È giunta a Bologna la Mehari verde di Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985 mentre era sotto casa sua proprio a bordo di quella stessa auto.
Resterà in città fino al 16 febbraio in quella che è una tappa del ‘Viaggio Legale’ promosso da Filt-Cgil, Caracò, Libera, Comitato io Lotto, Cgil Emilia-Romagna e Cna Fita sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e con quello, tra gli altri, di Comune di Bologna e Regioni Emilia-Romagna e Campania.
Attorno all’auto, arrivata durante la mattinata di domenica 5 febbraio, nel cortile di Palazzo D’Accursio, tante le iniziative in programma, a partire dal convegno ‘Liberi d’Informare – da Siani al Processo Aemilia, come cambia l’informazione’, al quale hanno partecipato, tra gli altri, la segretaria nazionale Cgil, Susanna Camusso, il fratello del giornalista, Paolo Siani, l’assessore regionale alla legalità, Massimo Mezzetti e l’assessore comunale Matteo Lepore, in rappresentanza del sindaco Virginio Merola.
«Questa macchina – racconta Paolo Siani – fu presa usata dalla sua fidanzata di allora, Chiara, proprio qui a Bologna. Oggi ritorna dove stava e forse torna un po’ anche Giancarlo e con lui tutte le vittime innocenti, che chiedono riscatto e attenzione».