A Pozzuoli è stato inaugurato il primo bar gestito interamente da ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Il locale sorgerà all’interno della Multicenter School di via Campana sarà gestito totalmente da ragazzi affetti da questa malattia genetica, dopo un lungo percorsi di studi effettuato e conclusosi presso lo stesso istituto che ha deciso di ospitarli.
L’apertura di questo caffè unico nel suo genere in provincia di Napoli è stata possibile grazie al lavoro a gli sforzi dell’associazione “Bottega dei semplici pensieri” del comune di Quarto (NA). L’associazione si occupa da anni dell’assistenza a persone colpite dalla Sindrome di Down. Il bar servirà principalmente insegnati e studenti della Multicenter School di Pozzuoli.
Se, da un lato, c’è chi punta su questa categoria, abbattendo pregiudizi e discriminazioni, dall’altro, in queste stesse ore, è emersa una vicenda dai tratti inquietanti e che ha per protagonista proprio dei giovani affetti da tale patologia.
Federica, una 23enne affetta da sindrome down ha scoperto di essere stata candidata alle ultime elezioni al Consiglio comunale di Napoli a sua insaputa, quando la Corte di Appello le ha chiesto di presentare il rendiconto delle spese e dei contributi elettorali. La giovane risulta collocata al sedicesimo posto nella lista civica Napoli Vale-Valeria Valente sindaco, la candidata Pd del centrosinistra, deputato. E ha incassato anche due preferenze. I genitori della ragazza sono andati a Palazzo San Giacomo, nella sede del Comune, per spiegare l’equivoco: «Federica – ha raccontato la madre della ragazza al quotidiano il Mattino- nella sua vita non era mai andata neanche a votare». «L’impiegato dell’ufficio competente per le pratiche elettorali non si è per nulla meravigliato anzi, il problema lo conosceva già molto bene: prima di noi erano arrivati altri sette, otto disabili, pure una ragazza in carrozzella, tutti candidati a loro insaputa».
Il padre e la madre della ragazza presenteranno una denuncia, mentre la questione ha già scatenato una polemica politica.
Valeria Valente, dal suo canto, ha fatto sapere che inoltrerà un esposto alla Procura della Repubblica dicendosi estranea ai fatti raccontati.
«Se qualcuno ha sbagliato», ha asserito la parlamentare, ne dovrà rispondere e anche se semplicemente «si trattasse di un malinteso, io sono, comunque, parte lesa in questa vicenda. A uscirne danneggiata è la mia immagine pubblica. E io non ci sto a finire in questo tritacarne».