Le immagini diramate dai carabinieri che hanno supportato dalle indagini sfociate in un’ordinanza di custodia cautelare per 45 persone, eseguita durante la mattinata di martedì, 17 gennaio, hanno consentito all’ennesima spietata e cinica faccia della camorra di emergere.
I fermati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di droga, estorsioni e detenzione e porto illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso.
Il clan Elia si serviva anche di bambini per confezionare dosi di cocaina o per spacciare. L’indagine ha permesso di ricostruire l’organigramma del clan camorristico, che controlla gli affari illeciti nel centro di Napoli dalla zona del Pallonetto a Santa Lucia, tra piazza del Plebiscito, via santa Lucia, il Borgo Marinari e via Partenope.
Secondo quanto emerso dal lavoro degli investigatori, la cosca si serviva di ragazzini minori di 14 anni perché non imputabili.
Inoltre, durante l’attività investigativa, lo scorso luglio, i militari hanno ripreso con una microcamera installata nella zona del Pallonetto di Santa Lucia, una “stesa“, cioè una sparatoria all’impazzata. Il video ritrae sei giovani, a bordo di scooter, mentre sparano colpi d’arma da fuoco verso il cielo, a scopo intimidatorio.
I bambini coinvolti nel confezionamento di cocaina, hashish e marijuana, alcuni anche di appena 10 anni, sono tutti appartenenti ai nuclei familiari degli stessi pusher. Prese anche 17 donne, alcune delle quali gestivano le piazze di spaccio. Sequestrate numerose dosi di droga e anche armi, tra cui una mitraglietta. E’ stato anche scoperto che numerosi tassisti acquistavano dosi di sostanza stupefacente che usavano per fini personali, ma anche da rivedere ai clienti. I capi del clan, i fratelli Ciro e Antonio Elia, anche loro tra i destinatari delle misure cautelari, si recavano a mangiare senza pagare in un noto ristoratore del Borgo Marinari di Napoli, vittima delle estorsioni.
Bimbi per confezionare dosi di cocaina o per consegnarle, altri minori coinvolti, insieme con numerose donne, estorsioni ai pusher: lo spaccato di un’indagine che smaschera le brutture che si celano appollaiate tra i vicoli che costeggiano alcune delle strade più signorili e rinomate della città.
Il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo, in conferenza stampa, ha sottolineato che quei bimbi “vivono in un ambiente in cui il crimine è normalità”. “É chiaro – ha aggiunto – che riterranno normale l’attività illecita. Un circolo vizioso da spezzare”, ha concluso Colangelo.