Un nuovo scandalo legato alla malasanità campana è emerso negli ultimi giorni.
All’ospedale di Nola non ci sono posti letto né barelle, quindi i pazienti vengono curati a terra. Incredibile, ma vero. A testimoniarlo una foto postata su Facebook da un utente indignato per le pessime condizioni nelle quali versa il nosocomio nolano.
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha disposto l’apertura immediata di un’indagine interna, mentre il ministero della Salute ha inviato i carabinieri del Nas per un’ispezione.
“Ho sentito il ministro Lorenzin sul caso del Santa Maria della Pietà, il presidio sanitario di Nola che mi ha assicurato che manderà gli ispettori. È una situazione intollerabile e scandalosa”. A dirlo è Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra in Campania.
“Inoltre – aggiunge – chiedo al presidente De Luca di prendere provvedimenti seri anche perché in Campania ci sono tante strutture di eccellenza, così come tantissimi medici straordinari. È ingiusto che tutte queste nostre eccellenze poi vengono confuse con queste situazioni al limite del paradossale”.
Il direttore sanitario e i primari di pronto soccorso e medicina d’urgenza dell’ospedale di Nola sono stati sospesi dall’Asl Napoli 3 Sud, secondo quanto diramato dalla stampa.
“I medici hanno fatto il proprio dovere, non vedo che responsabilità possano avere. Qua se ci sono responsabilità sono a livello apicale, a livello di Asl e 118, del perché non funziona il territorio”, ha dichiarato, secondo quanto riportato dalla stampa, il Ministro Lorenzin. “Medici, infermieri e operatori che lavorano nei pronto soccorso dei grandi ospedali italiani sono degli eroi che fanno il loro lavoro e quando arriva un malato hanno il diritto e il dovere di curarlo. Ritengo invece che vedere i pazienti sdraiati a terra sia il segno di un fenomeno di natura organizzativa su cui deve essere fatto un chiarimento molto serio perché nella Regione Campania i piani e gli atti amministrativi sono stati fatti, le reti sono state disegnate, poi sta a chi le deve realizzare e monitorare verificare che questo sia fatto bene”.
Sul caso del pronto soccorso di Nola interviene Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato: “immagini inaccettabili che richiamano alla mente non una struttura del nostro Servizio Sanitario Nazionale ma un ospedale da campo, con condizioni disumane per cittadini e operatori sanitari. Ad essere calpestati sono innanzitutto i diritti delle persone malate, come quello alla dignità personale, alla riservatezza e alla sicurezza“. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. “Il rischio è che a breve ci chiedano di portarci il letto da casa”.
“Si sapeva del picco influenzale, si sapeva del freddo e quindi ci si poteva e doveva attrezzare per tempo nel garantire la gestione del possibile sovraffollamento dei Pronto Soccorso, che poi puntualmente si è verificato. E le responsabilità sono tanto a livello di singola struttura sanitaria che a livello di Regione, la quale ha tra i suoi compiti la programmazione e la verifica dei servizi. Non si può mettere i cittadini di fronte alla scelta tra il non essere assistiti o invece esserlo ma sdraiati a terra”.
“Se prima il sovraffollamento dei PS poteva essere considerato una condizione straordinaria”, spiega Aceti, “negli ultimi anni purtroppo sta diventando quasi l’ordinario, prevedibile nei momenti di picco influenzale, e quindi a maggior ragione ogni struttura sanitaria dovrebbe avere un Piano di Gestione del Sovraffolamento come raccomandato dalla SIMEU (Società italiana dei medici dell’emergenza urgenza); allo stesso tempo, nel 40% dei PS manca l’Osservazione Breve Intensiva con posti letto dedicati, come emerge da un nostro recente monitoraggio nazionale, svolto insieme alla SIMEU. E ancora il 45% dei DEA di I° livello non ha conoscenza in tempo reale dei posti letto disponibili nei reparti di tutta la struttura e questo incide su affollamento, sovraccarico del personale e qualità dell’assistenza”.
Secondo Aceti, il personale sanitario dovrebbe essere adeguato ai bisogni di assistenza e si dovrebbe riorganizzare e rafforzare l’assistenza territoriale, in particolare il sabato e la domenica, per ridurre la necessità di ricorrere al PS. “Attendiamo”, conclude Aceti “di conoscere gli esiti delle ispezioni del Ministero della Salute e della Regione, ma soprattutto le azioni di miglioramento che saranno messe a punto e che auspichiamo siano il frutto di un confronto anche con le Organizzazioni di cittadini”.