Una morte tragica, frutto dell’esasperazione, della disperazione, della forma di solitudine più alienante. Una 37enne somala era da sola, in una cella di isolamento e ha deciso di togliersi la vita, impiccandosi.
Un gesto estremo e irrimediabile, scoperto dagli agenti di polizia penitenziaria alle 21.30 di martedì 3 gennaio, all’interno della sezione femminile della casa circondariale Bastone, in provincia di Como. Immediatamente allertato il medico in servizio all’interno del carcere, che a sua volta ha avvisato il 118, ma il gesto deciso ed estremo della donna non e ha lasciato speranza.
La donna era in carcere da due anni, arrestata per reati contro il patrimonio che le erano costati tre anni di condanna: a luglio sarebbe stata rimessa in libertà, per quanto senza un punto di riferimento in Italia a cui rivolgersi o una dimora fissa. Senza casa, senza affetti, senza speranze.
Cosa l’abbia spinta a prendere quella tragica decisione, rimane un mistero. Non risulta che non abbia lasciato alcun biglietto per spiegare i motivi di quella disperazione, e all’interno della sezione, non era ritenuta una detenuta critica, o in condizione di particolare disagio. Già abituata alla vita del carcere, con davanti una prospettiva di fine pena ormai vicina che avrebbe dovuto incoraggiarla ad andare avanti, invece che lasciarsi andare ad un gesto tanto estremo.