Una rivolta è scoppiata nel centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, in seguito alla morte all’interno della struttura di un’ivoriana di 25 anni. A scatenare la furia dei migranti, i ritardi lamentati nel prestare soccorso alla donna, trovata priva di conoscenza in un bagno della struttura.
Circa una cinquantina di suoi connazionali hanno quindi bloccato l’ingresso e le uscite, dando fuoco ad alcuni mobili e trattenendo all’interno, per diverse ore, 25 operatori della cooperativa che gestisce i servizi nel centro. Solo l’intervento dei carabinieri e della polizia ha consentito di riportare la calma e gli operatori sono stati fatti uscire intorno alle 2, nel cuore della notte.
La struttura di Cona, è una ex base missilistica e oggi ospita circa 1.400 migranti. Tra questi, appunto, la giovane della Costa d’Avorio morta: Sandrine Bakayoko, giunta in Italia il 30 agosto scorso e in attesa di risposta alla domanda di asilo politico. Sul suo decesso le versioni sono discordanti: secondo i suoi compagni, si sarebbe sentita male verso le 8 di mattina, ma i soccorsi sarebbero arrivati alle 14. Dall’ospedale di Piove di Sacco, invece, fonti sanitarie affermano che l’automedica è partita non appena è giunto l’allarme. Spetterà all’autopsia a stabilire le cause e l’ora del decesso.