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Ingegnere ucciso a Chiaia: la Procura diffonde la foto del fratello ricercato

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
26 Dicembre, 2016
in Cronaca, In evidenza
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Ingegnere ucciso a Chiaia: la Procura diffonde la foto del fratello ricercato
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matarazzo-kn5-u1100502110990ocd-1024x576lastampa-it La Procura di Napoli ha deciso di diffondere una fotografia recente di Luca Materazzo, 35 anni, ricercato in quanto sospettato di essere l’autore dell’omicidio del fratello Vittorio, 51 anni, l’ingegnere ucciso a Napoli la sera del 28 novembre scorso.

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Luca Materazzo è sinora l’unico indagato per quel delitto e destinatario di una misura cautelare restrittiva per omicidio. Il 35enne non è stato trovato dalla polizia che gli doveva notificare il provvedimento del gip nei giorni precedenti alle festività natalizie né a casa sua né nei luoghi da lui frequentati a Capri e Sorrento, ed è tuttora ricercato.

Gli inquirenti, ritenendo che le foto sinora diffuse dell’uomo non aiutassero il suo riconoscimento, hanno scelto di rendere pubblica un’immagine scattata poco tempo fa in modo da poter avere la collaborazione dei cittadini nelle ricerche.

C’è un terribile segreto di famiglia dietro la morte di Vittorio Materazzo, ingegnere di 51 anni, ucciso il 28 novembre scorso sotto casa, in via Maria Vittoria di Savoia, a Napoli. Il fratello dell’ingegnere si è reso irreperibile da quando sono arrivati gli esiti sull’esame comparato del Dna trovato sul corpo dell’ingegnere.

L’ingegnere Vittorio se lo sentiva. Nelle settimane scorse ripeteva: «Mio padre Lucio è stato ucciso e io potrei fare la stessa fine. Ho alzato un tale polverone che adesso vogliono ammazzare anche me. Ci proveranno sicuramente, ma io voglio giustizia per mio padre e non avrò pace fino a quando non vedrò il colpevole sotto processo». Cosa è accaduto a Lucio, il padre ottantenne di Vittorio? E cosa ha a che fare il fratello Luca con questa storia?

Lucio Materazzo era stato trovato morto in casa nel 2013. All’inizio gli inquirenti l’avevano classificata come una morte naturale. Ma a Vittorio quella morte era sempre sembrata sospetta. Aveva indagato per suo conto. E alla fine, attraverso un avvocato, aveva portato indizi alla Procura di Napoli, tanto che nelle settimane scorse i magistrati avevano deciso di riaprire il caso sulla morte dell’anziano. È in questo momento che Vittorio comincia a temere per la sua vita.

Il delitto del 28 novembre è stato ripreso da una telecamera di sicurezza e mostra un killer che ha studiato l’agguato nei minimi particolari e che conosce la zona. Alle 19.30, quando l’ingegnere rientra a casa dove l’aspettano la moglie e i due figli di 9 e 12 anni, il killer è nascosto dietro a un muretto che costeggia una scalinata. Indossa un casco semi integrale che impedisce di vederlo in volto. Ma i due si conoscono. Si capisce subito, nelle riprese, perché quando il killer si avvicina, scambia alcune battute con Vittorio Materazzo. A un certo punto, però, la situazione precipita. Il killer aggredisce l’ingegnere con schiaffi e pugni. Lo getta a terra, poi s’inginocchia e lo accoltella.

La moglie, che esce quasi subito richiamata dalle urla dei passanti, non sa cosa dire: «All’inizio ho pensato a una rapina finita male. In quei momenti ero confusa, pensavo solo all’arrivo dei soccorsi».

I primi sospetti sul fratello della vittima, Luca, si concentrano nelle ore successive. C’è un precedente che porta a indagare su di lui. Nel 2003 Vittorio ha sporto denuncia nei confronti di Luca. Dice di essere stato aggredito dal fratello al termine di una lite e che quest’ultimo avrebbe tentato di strozzarlo. Quel giorno è intervenuto Lucio, il padre dei due fratelli, a dividerli. E probabilmente il suo intervento fu provvidenziale per salvare la vita di Vittorio, almeno in quella circostanza. Così gli investigatori approfondiscono. E più lo fanno, più i sospetti sul fratello aumentano. Luca fornisce un alibi piuttosto debole sulla sera dell’omicidio: ha studiato in casa per tutto il giorno, poi è uscito perché aveva bisogno di una boccata d’aria. Ha alcune ferite sulla mano che sono compatibili con l’uso di un coltello, ma lui riferisce di essersi fatto quei tagli lavando un coltello da cucina. Una perquisizione nel suo appartamento fa emergere altri indizi. 

Luca, laureato in legge, viene indagato. Ma gli investigatori non hanno abbastanza elementi. Aspettano l’esame comparato del Dna che potrebbe fornire il nome dell’assassino. Quando gli esiti arrivano, nelle ultime ore, Luca si rende irreperibile. Sparisce. Il tribunale spicca un mandato d’arresto su richiesta della Procura. Ora il 36enne è ricercato con l’accusa di omicidio premeditato e aggravato del fratello. La polizia ha perquisito le abitazioni della famiglia in tutta Italia.

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