Tra melodie natalizie e sapori e odori tipici della tradizione pagata alla nascita di Gesù bambino, tra i vicoli del Centro storico di Napoli, dilaga l’allarme baby gang.
Anche quello dei furti degli alberi di Natale è un rituale che storicamente impazza da decenni.
Dagli alberi che adornano i signorili condomini della città all’ambitissimo “trofeo” rappresentato dallo storico ed imponente albero che giace nella Galleria Umberto, a partire dall’8 dicembre e per tutte le festività natalizie, non si contano i raid e i furti ed è perennemente aperta la caccia ai ladri.
Baby gang che servono l’esigenza di procacciare materiale combustibile volto ad alimentare le fiamme dei “fuocarazzi di Sant’Antonio”, altro datato rituale della tradizione partenopea che si celebra il 17 gennaio. Vincere la battaglia dei falò è un motivo di vanto, orgoglio, rivalsa e supremazia per i ragazzini. Quindi, accaparrarsi il maggior numero di alberi di Natale possibile, diventa un obiettivo prioritario per il buon esito della gara.
L’affiliazione parte anche e soprattutto da qui: un gruppo di giovanissimi che per servire un ideale delinque e si mostra disposto a sfidare il pericolo. Inoltre, studiare strategie volte a depredare dell’albero di Natale condomini, talvolta anche sorvegliati, vuol dire affinare la mente ed allenarsi a quel genere di mansione, oltre ad imparare a guardarsi le spalle, farsi forza, difendersi a vicenda, agire come una “squadra”.
Sottrarre l’albero dalla Galleria Umberto, inoltre, significa attestare la propria egemonia sulle altre baby gang: è quello il trofeo più ambito, perché è un simbolo conosciuto e rinomato del Natale napoletano e raggirare le plurime difficoltà che ostruiscono il buon esito del “colpaccio” vuol dire consegnare un tangibile segnale di forza.
Se la grossa stazza degli alberi e la continua presenza di gente in strada – soprattutto durante le festività natalizie – potrebbero rappresentare un ostacolo, la conformazione strutturale del centro storico partenopeo rappresenta, inverosimilmente, un punto a favore delle baby gang.
Un groviglio di vicoli che converge in una delle strade più signorili di Napoli: questo il legame che intercorre tra i quartieri spagnoli e via Toledo. Quei ragazzini conoscono quei vicoli come le loro tasche ed è per loro fin troppo semplice dileguarsi tra intercapedini e ramificazioni, dopo aver messo a segno l’ennesima malefatta.
Tuttavia, ciò che di recente desta maggiore allarmismo è che la sfida tra baby gang non si limita solo a questo: numerosi i furti e gli atti di pirateria metropolitana volti a disturbare la quiete dei napoletani.
Il tutto si consuma, molto spesso, sotto gli occhi impotenti delle forze dell’ordine, costrette perfino a subire le provocazioni delle baby gang. Il potere degli uomini in divisa, in virtù della giovane età dei protagonisti di questi atti vandalici, li autorizza al massimo a riportare questi giovani a casa. I responsabili sono ancora troppo piccoli per essere puniti.
I colpi messi a segno dalle baby gang diventano un motivo di vanto da esibire con orgoglio sui social network.
La denuncia porta la firma di Gianni Simioli e del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli: “arrivano anche le immagini dei protagonisti che si vantano su Facebook dei furti fatti, sentendosi impuniti e imponibili”, si legge in una nota, accompagnata da un video nel quale si vedono alcuni ragazzini intenti a compiere una sorta di “scalata” all’albero di Natale esposto in galleria, “diventato una sorta di parete su cui arrampicarsi con il rischio di restare fulminati da una scossa elettrica”, spiegano Borrelli e Simioli. Per i due autori della denuncia non si tratta di ragazzate, ma di segnali preoccupanti da prendere sul serio: “Bisogna intervenire con la massima severità perché siamo di fronte a veri e propri furti e non a semplici ragazzate come qualcuno vuole etichettare queste azioni delle baby gang che stanno davvero diventando una sorta di scuola di formazione per i futuri camorristi”.