È morto George Michael, una delle icone della musica degli anni ’80. Una notizia che ha destato grande stupore, in virtù della giovane età dell’artista che aveva solo 53 anni, la notizia arriva nel giorno di Natale, mentre riecheggiano nell’aria le note di “Last Christmas”, canzone natalizia tra le più amate ed interpretata proprio dal compianto Michael. Last Christmas, è il grande successo di natale degli Wham! Era la metà degli anni ’80 quando questo brano irruppe nelle Music Charts di tutto il mondo, imponendo il pop dei due giovani ragazzi inglesi agli adolescenti di tutta Europa e di tutto il mondo. Fu un successo strepitoso, ma oggi che George Michael è morto a soli 53 anni proprio nel giorno di Natale quel “Last Christmas” assume un suono del tutto diverso.
Una morte che chiude un anno che per la musica non poteva essere più funesto.
La popstar britannica è deceduta nella sua casa di Goring, in Inghilterra. A sconvolgere è anche il mistero che avvolge le sue ultime ore e che rende non ancora chiare le cause della morte.
Michael non era affetto da nessuna patologia; il manager Michael Lippman afferma che si è trattato di insufficienza cardiaca; la famiglia in una dichiarazione dice che “è morto serenamente a casa nel periodo natalizio”. La polizia, intervenuta dopo una telefonata, ha definito il decesso “inspiegato, ma non sospetto”.
Tra i giganti del pop degli anni ’80 e ’90, Michael ha goduto di grande popolarità fin dall’inizio della sua carriera con gli Wham! – in coppia col chitarrista Andrew Ridgeley – e poi da solista con successi come ‘Wake me up before you go-go’, ‘Careless whisper’, ‘Young guns (go for it)’ e ‘Freedom’.
Ha venduto oltre 100 milioni di album nel mondo; ha guadagnato numerosi Grammy e American music awards; ha duettato tra gli altri con Aretha Franklin, Ray Charles e Luciano Pavarotti.
Immediato il cordoglio del mondo della musica “Ho perso un caro amico, l’anima più gentile e generosa e un artista geniale”, ha scritto Elton John su instagram. “Addio amico mio! un altro grande artista ci lascia”, dice Madonna su Twitter, invitando il 2016 ad andare a quel paese.
David Bowie, Prince, Leonard Cohen, Paul Kantner, Keith Emerson e Greg Lake, e solo poche ore fa fa Rick Parfitt degli Status Quo: un 2016 di lutti nel mondo della musica e dello spettacolo. E, nel giorno di Natale, anche George Michael è scomparso.
L’inizio della sua avventura solista, nel 1986, è assolutamente clamoroso: un duetto con Aretha Franklin, la leggendaria soul singer americana, un passaporto non solo per le parti alte della classifica americana, ma soprattutto per il continente della “grande musica”. Scelta che non avvenne per caso, Michael voleva lasciarsi alle spalle il passato e “rinascere” musicalmente, voleva riscostruirsi una verginità musicale e dimostrare che era in grado di fare molto di più e molto di meglio
Amava le luci del palcoscenico e, soprattutto in concerto, sapeva come portare il pubblico dalla sua parte, ma aveva anche un discreto impegno sociale, già dai tempi dei Wham, quando aveva messo per contratto che nulla dei soldi che guadagnava doveva essere investito in società che facevano affari con il Sudafrica razzista. E vanno ricordate le innumerevoli prese di posizione contro la politica di Margareth Tatcher ma anche contro quella di Tony Blair sull’Iraq, le molte battaglie in difesa dei diritti dei gay (anche se alcuni suoi colleghi omosessuali lo hanno spesso accusato di essere stato troppo “morbido” sulla materia), e anche la partecipazione al Live Aid e al Mandela Day.
Nel 1991 e nel 1992 ci sono le sue esibizioni più leggendarie, quella allo stadio di Wembley con Elton John e quella al tributo per Freddy Mercury, quando canta in maniera magistrale “Somebody to love”.
Michael faticava da molti anni a tornare ai fasti di un tempo, seppur sia stato una star di epiche proporzioni fino alla fine degli anni Novanta, ha aperto la strada ad un’intera generazione di nuovi cantanti pop in Inghilterra e, una colpa forse più che un merito, a tutte le boy band venute dopo di lui. Michael, dopo i Wham, era riuscito a mettere insieme intrattenimento e qualità, per merito di una vocalità potente, ma allo stesso tempo raffinata, con la quale poteva permettersi di cantare al fianco di chiunque senza mai sfigurare.