Santa Lucia fu uccisa durante le persecuzioni di Diocleziano, probabilmente negli stessi anni in cui venne ucciso Sant’Alessandro. La tradizione nel caso di Lucia tramanda una data precisa: 13 dicembre 304, quando Lucia aveva soltanto ventuno anni. Santa Lucia è venerata dalla chiesa cattolica e dalla chiesa ortodossa: è una martire, una figura molto popolare alle più diverse latitudini, come San Nicola. Si narra che durante il martirio le furono tolti gli occhi . È venerata dal sud al nord dell’Europa, dal Sud Italia alla Svezia.
La reale esistenza di santa Lucia è confermata da un’iscrizione in greco trovata nelle catacombe di San Giovanni, le più importanti di Siracusa, della fine del quarto secolo o inizio del quinto. Si legge nell’epigrafe che quest’uomo provava già allora una forte devozione nei riguardi della «sua» Santa Lucia. A Siracusa si ritiene ancora oggi di sapere quale sia la tomba che l’ha accolta: sulla tomba venne eretta una chiesa. Una storia simile a quella di Sant’Alessandro anche per via dell’esistenza di racconti altomedievali che spiegano la vicenda del processo e del martirio.
Siamo nel IV secolo, in Sicilia, a Siracusa. Lucia è una giovane donna di una buona famiglia, fidanzata ad un concittadino e destinata ad un buon futuro di moglie e madre. La mamma si ammala e Lucia si reca in preghiera a Catania, sulla tomba di Sant’Agata, per invocarne la guarigione. Qui la Santa le appare e le chiede di dedicare la sua giovane vita all’aiuto dei più poveri e deboli, predicendole il martirio.
Lucia torna a Siracusa e trova la mamma guarita. Rompe il fidanzamento, e decide di andare tra i poveretti che stanno nelle catacombe, con una lampada alla testa, e di donare loro tutta la sua dote. Il fidanzato non comprende, si arrabbia e decide di vendicarsi, denunciando pubblicamente quella che avrebbe dovuto essere la sua futura sposa, con l’accusa di essere cristiana. Sono anni di persecuzione dei cristiani, sotto l’imperatore Diocleziano.
Lucia ammette e ribadisce la sua fede, irremovibile anche sotto tortura, affermando che la sua forza viene non dal corpo, ma dallo spirito. Al momento di portarla via, l’esile corpo da ragazzina assume una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riescono a smuoverla. Lucia viene così condannata a morte.
Prima di morire riesce a ricevere l’Eucaristia e predice a Diocleziano la sua prossima morte e la cessazione delle persecuzioni entro breve. Entrambi i fatti si verificano nel giro di pochi anni.
La leggenda narra che la giovane Lucia abbia fatto innamorare un ragazzo che, abbagliato dalla bellezza dei suoi occhi, glieli abbia chiesti in regalo. Lucia acconsente al regalo, ma gli occhi miracolosamente le ricrescono e ancora più belli di prima. Il ragazzo chiede in regalo anche questi, ma la giovane rifiuta, così viene da lui uccisa con un coltello nel cuore.
In alcuni luoghi Santa Lucia viene festeggiata e fa le veci di Babbo Natale.
In alcune regioni del nord Italia, come il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, l’Emilia e il Veneto esiste una tradizione legata alla Santa, il 13 dicembre, giorno della sua morte. I bambini le scrivono una letterina, dicendo che sono stati buoni e si sono comportati bene per tutto l’anno, e chiedendo in regalo dei doni. Preparano del cibo e delle carote sui davanzali delle finestre, per attirare la Santa e il suo asinello e poi vanno a letto perché se la Santa arriva e li trova alzati lancia loro della cenere o della sabbia negli occhi e li acceca.
In Svezia e in Danimarca è abitudine che la mattina del 13 dicembre la figlia primogenita si vesta con una tunica bianca e una sciarpa rossa in vita e, con il capo coronato da un intreccio di rami verde e sette candeline, porti caffè, latte e dolci ai famigliari ancora a letto, accompagnata dalle sorelle più piccolo vestite con tunica e cintura bianche.