Il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania, con la Commissione regionale Pari opportunità, stamane, 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha indetto un incontro/dibattito dal titolo assai eloquente: #SVERGOGNATI – femminicidio e violenza sulle donne: tra comunicazione e informazione la responsabilità delle parole.
Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti ha partecipato all’incontro, insieme a Claudio Silvestri, segretario del SUGC; Ottavio Lucarelli, presidente dell’ordine dei giornalisti; Lidia Galeazzo, giornalista del Tg2; Elena Coccia, consigliera della Città Metropolitana di Napoli; Diana Russo, sostituta procuratore della della Repubblica- Procura Napoli Nord – sezione Tutela fasce deboli e Carmela Maietta, giornalista de Il Mattino, Raffaella Palladino. Il coordinamento dei lavori è affidato a Laura Viggiano, componente del Direttivo SUGC con delega alle Pari opportunità e a Cristina Liguori, presidente della Commissione regionale Pari opportunità.
Un incontro incentrato sul tema della comunicazione e dell’informazione sul femminicidio e sulla violenza contro le donne con una riflessione sul linguaggio utilizzato da giornalisti e soggetti istituzionali, dunque, sulla responsabilità delle parole. Plurimi gli spunti e le proposte partorite dai presenti, nell’ambito di una mattinata che avrebbe dovuto ospitare anche la testimonianza di Carla Caiazzo, la 38enne che lo scorso primo febbraio fu data alle fiamme dall’ex fidanzato, Paolo Pietropaolo, – condannato a 18 anni con rito abbreviato – mentre era all’ottavo mese di gravidanza, ma che ha preferito intervenire telefonicamente.
Un’identità da ricostruire, una serenità interiore da recuperare, la gioia di essere mamma che si intreccia alle difficoltà, tutte da scoprire e con le quali misurarsi di continuo, la voglia di non arrendersi e il desiderio di incutere forza alle altre donne che osteggiano gli stessi traumi: la storia di Carla racconta questo e molto altro.
“Sono viva, ma sono stata uccisa”: questa la frase che meglio riassume e spiega perché Carla si sta battendo affinché la legislatura italiana introduca il reato di omicidio d’identità.
“Guardarsi allo specchio e non riconoscersi è la cosa più difficile da affrontare, – racconta Carla Caiazzo nel corso del suo intervento telefonico – ma devo lottare e trovare la forza per uscire di casa e superare questa paura, devo essere schierata in prima linea per portare avanti questa battaglia e dare forza alle altre donne, motivo per il quale ho fondato un’associazione.”
Ma Carla denuncia soprattutto un malessere ben preciso: le promesse retoriche della politica che aveva disseminato impegni e rassicurazioni in merito alla vicinanza e al supporto che le sarebbero stati assicurati, anche sotto il profilo economico e, invece, per aiutare concretamente la giovane a sostenere le spese necessarie per consentirle di sottoporsi agli interventi finalizzati a riconsegnarle una nuova identità, i cittadini del suo paese hanno organizzato delle cene di beneficenza. Questo l’unico aiuto concreto fin qui pervenuto a Carla.
Secondo il sistema italiano – l’unico a non possedere un fondo da destinare a queste particolari casistiche – gli interventi di chirurgia ai quali la donna dovrà sottoporsi sono di stampo “estetico” e pertanto completamente a carico della vittima.
Carla ha chiesto alla stampa di avviare una duplice “missione” per supportare la sua causa: non spegnere i riflettori sulla sua vicenda e su quelle di tutte le altre donne vittime di femminicidio, affinché le loro testimonianze possano fungere da monito per le altre donne che si misurano con compagni o ex compagni molesti e violenti e tendono a prendere sottogamba il pericolo al quale sono esposte. E, soprattutto, Carla ha chiesto aiuto per sostenere le spese economiche alle quali sarà costretta ad andare incontro.
Una richiesta che il presidente della Fnsi Beppe Giulietti e il sindacato dei giornalisti della Campania hanno subito preso in carico, garantendo a Carla tutto il supporto necessario, tant’è vero che a breve potrebbe partire una campagna di crowdfunding.