Un fuori onda del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ospite della puntata di Matrix del 16 novembre, ha scatenato un autentico calderone mediatico.
Gli viene mostrato un video su un tablet in cui Sgarbi lo difende, paragonando la Bindi alla Clinton.
«Quello che fece la Bindi – ha detto il governatore campano dopo aver visto il filmato di Sgarbi – è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l’1,5%, il 2% di voti. Atti di delinquenza politica. E non c’entra niente la moralità, era tutto un attacco al governo Renzi».
De Luca torna così a sfoderare il verbo «uccidere» a favore di telecamera, a distanza di un mese da quando rivolse al Direttorio 5 Stelle (una frase analoga: «che vi possano ammazzare tutti quanti».
Un attacco dunque alla presidente della Commissione Antimafia che lo aveva inserito nella lista dei candidati «impresentabili» poco prima delle elezioni regionali del 2015.
«Ci ritroviamo di fronte all’ennesimo atto di delinquenza giornalistica – ha replicato con una nota De Luca – Chiarisco che nell’intervista che ieri (mercoledì, ndr) ho rilasciato a Matrix nessuna domanda, e tantomeno alcuna risposta, ha riguardato l’onorevole Bindi. Al termine della stessa intervista, il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti delle telecamere, se poteva mostrarmi quanto aveva affermato in una precedente trasmissione l’ospite Vittorio Sgarbi sull’onorevole Bindi. Abbiamo parlato di Sgarbi, e commentato insieme, sorridendo e facendo battute, quel video che non conoscevo».
«Verificheremo – prosegue la nota di De Luca – con l’ufficio legale gli estremi della querela a fronte di una evidente violazione della privacy e violenza privata esercitata. Un ennesimo episodio di scorrettezza professionale e di inciviltà. Per il resto, la vicenda, grave, di un anno fa è chiusa. Non c’era e non c’è alcun problema con l’onorevole Bindi, nei cui confronti, al di là di ogni differenza politica, riconfermo il mio rispetto oltre ogni volgare strumentalizzazione».
Il presidente della Regione Campania il 29 settembre scorso è stato assolto per la vicenda del Sea Park, il parco marino mai realizzato a Salerno, processo per il quale l’Antimafia inserì il suo nome nella black list pre-elettorale.
Anche a distanza di tempo, quella lista compilata dalla Commissione parlamentare è rimasta indigeribile per l’ex sindaco di Salerno.