Sono giorni caldi per la sanità campana, alla prese con la riorganizzazione della rete ospedaliera e con la necessità di dover tagliare i fondi a disposizione. La Campania rientra infatti nel novero delle regioni per le quali il Governo ha stabilito un decremento dei finanziamenti, legato alla necessità di rimettere in equilibrio i conti.
Questa situazione ha fatto sì che oggi l’intero settore sia in bilico tra rischio tagli del personale, minori servizi erogati ai pazienti e prospettiva (che riguarda anche altre regioni italiane) di vedere aumentare il numero di prestazioni a pagamento. Una situazione che è in pieno divenire e che rischia di diventare esplosiva: proprio nelle scorse ore i sindacati del settore si sono riuniti a Napoli presso gli uffici della Direzione Generale per la Tutela della Salute, per discutere delle problematiche legate alla sanità locale. Il riferimento è soprattutto alla necessità di salvaguardare i livelli occupazionali, con un’attenzione particolare ai lavoratori delle strutture della sanità privata accreditata. Vittime, questi ultimi, di problemi quali ritardo del pagamento degli stipendi, applicazione e rispetto del contratto collettivo nazionale e rischio di cassa integrazione.
A parlare della delicata situazione della sanità campana, non a caso inserita all’ultimo posto nella classifica delle regioni più virtuose per l’assistenza sanitaria stilata dal Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata, è stato anche il governatore De Luca. Che, in visita al Cto di Napoli, ha voluto evidenziare come si stia facendo un lavoro enorme per ovviare alla situazione frutto del taglio dei finanziamenti. “Non bisogna dimenticare che la Campania continua a erogare servizi avendo la minore quota pro capite d’Italia nella ripartizione dei fondi nazionali”; con queste parole il governatore ha tentato di spiegare la condizione critica della sanità locale, che ha causato anche il blocco di alcune questioni in sospeso da tempo.
Tra queste, la marijuana terapeutica e la possibilità di curarsi con prodotti come l’olio di cannabis o farmaci cannabinoidi. La Campania lo scorso luglio è diventata la decima regione ad approvare la legge sull’uso medico della sostanza. Un punto di partenza fondamentale, cui deve necessariamente seguire tutto l’iter fatto di formazione per i medici, messa in moto del meccanismo di approvvigionamento alle farmacie, ed informazione per i malati circa i loro diritti e le modalità per fruire del farmaco. In sostanza il rischio è che, senza una riorganizzazione del sistema sanitario, tutti i servizi per i pazienti vadano a rilento. Comprese novità presentate come strategicamente importanti per mettere la regione al passo con il resto d’Italia.