Il calvario delle famiglie che vivono nelle Vele di Scampia è terminato: il Comune di Napoli ha pubblicato le graduatorie per l’assegnazione degli alloggi di via Labriola, via Gobetti e piazza della Socialità alle famiglie assegnatarie sfollate dalle Vele di Scampia, nell’ambito del progetto di abbattimento del complesso di edilizia popolare.
«L’attesa durata decenni è finita! I problemi tecnici sopraggiunti la scorsa settimana sono stati risolti e cominciano finalmente dal prossimo giovedì 10 novembre gli spostamenti nei nuovi appartamenti delle tante famiglie delle vele di Scampia» ha dichiarato l’assessore alle Politiche per la casa, Enrico Panini, un traguardo che l’assessore ha voluto rivendicare a nome dell’intera giunta comunale e che ha additato come «uno degli obiettivi primari dell’Amministrazione comunale degli ultimi tempi».
Grazie ai trasferimenti delle famiglie che avranno inizio nel corso della prossima settimana sarà possibile «svuotare completamente una prima vela, che verrà abbattuta non appena disponibili le risorse messe in campo dal governo. Il primo abbattimento dopo anni è parte di un piano più complessivo per ridare un volto ad una parte importante della città e dignità alle persone. Un ringraziamento al Comitato Vele, autorevole interlocutore in un percorso complesso nel quale diversi hanno tentato di mettere in campo ostacoli e provocazioni».
L’ultimo abbattimento delle Vele, infatti, risale agli anni a cavallo fra il 1997 e il 2003, durante i quali furono tirati giù tre dei sette edifici che componevano l’intero complesso di edilizia popolare. Se ciò che l’assessore promette sarà possibile già nei prossimi mesi, si procederà con il completo smantellamento delle Vele, delle quali resterà in piedi solo l’edificio B, che verrà opportunamente messo in sicurezza, ristrutturato e che dovrebbe essere destinato a ospitare alcuni uffici pubblici.
Le operazioni di trasferimento dei nuclei familiari nei nuovi alloggi avranno inizio il giorno giovedì 10 novembre.
“Si avvisano gli interessati che lo spostamento potrà avere luogo solo in assenza di azioni che pregiudichino lo stato dei luoghi e la sicurezza nei traslochi. – si legge nella nota diramata dal comune di Napoli – Inoltre, si procederà al trasferimento dei singoli nuclei familiari solo nel caso in cui gli infissi interni ed esterni e gli impianti siano integri e in uso e, per assicurare la sicurezza negli spostamenti, nelle così dette VELE l’uso delle passerelle e delle scale interne per lo spostamento di masserizie. E’ permesso solamente l’utilizzo di pedane elevatrici esterne. Il Servizio Politiche per la Casa si impegna a dare tempestiva comunicazione degli ulteriori abbinamenti, assegnazioni e calendarizzazione dei trasferimenti riferiti a quei nuclei familiari che, allo stato, hanno un contenzioso giuridico sulla materia.”
La storia delle cosiddette “Vele nuove”, ovvero, dei nuovi alloggi comunali insorti nell’area nord di Napoli, ha viaggiato praticamente di pari passo con quella del “De Gasperi nuovo”, ossia il plesso di alloggi comunali che ha consentito “lo svuotamento parziale” dei fatiscenti edifici del Rione De Gasperi di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli.
Numerose le famiglie che non sono rientrate di diritto nell’assegnazione delle abitazioni edificate in via Angelo Camillo De Meis, proprio di fronte all’area in cui giacciono gli edifici sfollati e che attendono di conoscere il loro destino, tra degrado e abitazioni murate che stanno concorrendo a creare non pochi problemi alle famiglie costrette a vivere tra i relitti delle case disabitate, soprattutto per effetto di una consistente presenza di ratti che pullulano tra le crepe delle case vuote, senza disdegnare di “far visita” anche alle famiglie che vivono ancora nel rione, reso ancor più degradato dal parziale sgombero di taluni edifici che, pertanto, non possono essere abbattuti.
Tutta da definire anche la situazione dei plessi che sembrano non aver incontrato, fin qui, l’attenzione del comune di Napoli, seppure versino in condizioni di palpabile pericolo, come il plesso 10.
Che ne sarà delle famiglie che vivono ancora nel Rione De Gasperi di Ponticelli?