La violenta scossa di terremoto di magnitudo 6.5 che alle 07:40 di ieri mattina, 30 ottobre, ha scosso l’Italia con epicentro sull’Appennino e precisamente nei Monti Sibillini, ha provocato un abbassamento del suolo di circa un metro in tutta l’area (vastissima, tra Umbria e Marche) dell’epicentro.
Soltanto per merito di un piccolo-grande miracolo stavolta non ci sono state vittime, ma le montagne dei Monti Sibillini sono letteralmente sventrate.
Una frattura lunga centinaia di metri si è aperta lungo la “costa” del monte del Redentore, vicino a Castelluccio di Norcia, il delizioso borgo tristemente raso al suolo. Il ‘taglio’, constatato da un sopralluogo aereo dei vigili del fuoco, si trova alcune centinaia di metri sotto la cima.
Su facebook il geologo e professore, Paolo Galli, che è anche dirigente del Dipartimento della Protezione civile, sta documentando l’accaduto con incredibili fotografie che in ambienti scientifici hanno già fatto il giro del mondo. Particolarmente impressionante l’immagine del “rigetto” della faglia, visibile nel punto di roccia liscia in cui il piano di faglia affiora in superficie. Oltre un metro di faglia è venuto alla luce grazie all’abbassamento della crosta terrestre di oltre un metro.
La scossa ha aperto anche una profonda fessura nel Colle dell’Infinito a Recanati, il cuore della città natale di Giacomo Leopardi, l’anima dell’Italia. Drammatica la situazione anche nella Valnerina, dove continue frane stanno precipitando sul fiume Nera alle porte di Visso (Macerata). In un tratto il fiume è anche esondato, l’acqua ha invaso la strada, che è stata chiusa alcune centinaia di metri prima della frana, e il Corpo forestale tiene sotto controllo il livello, che è cresciuto leggermente. A poco più di un chilometro dal centro di Visso, grossi massi sono finiti anche lungo il tratto di strada interdetto. Il torrente Nera ha una portata di duemila metri cubi d’acqua al secondo. “Saranno caduti a occhio 30-40 mila metri cubi di montagna – ha detto all’Ansa il comandante della Forestale del Parco dei Sibillini, sul posto per un sopralluogo -. Prima di rimuovere la frana bisogna metterla in sicurezza. Il costone della gola è rimasto a sbalzo e può venire giù dell’altro“.
L’epicentro del terremoto del 26 ottobre era stato infatti a pochi chilometri da quello del 30 ottobre: allora la scossa più forte era stata però di magnitudo 5.9. C’erano stati molti crolli, qualche ferito lieve e migliaia di persone sfollate. Da allora molte persone dormono fuori dalle proprie case, in alcune città colpite più gravemente dai crolli: è soprattutto per questo che, secondo il bilancio attuale, il terremoto di questa mattina non ha provocato morti. Si è anche detto che grazie al passaggio dell’ora da legale a solare, avvenuto nella notte tra sabato e domenica, i vigili del fuoco non si trovavano all’interno degli edifici pericolanti quando è avvenuto il terremoto: era previsto che cominciassero a lavorare alle 8:00. Domani le scuole rimarranno chiuse in molte città dell’Italia centrale, Roma compresa.