La storia del maestro pizzaiolo Maurizio Ferrillo ben rappresenta l’essenza che condisce lo spirito napoletano e può fungere da esempio per tanti giovani in cerca della loro strada.
Maurizio non è un figlio d’arte, ma un giovane predisposto al sacrificio e carico di buoni propositi che ha saputo e voluto rimboccarsi le maniche per fare sua una delle arti napoletane più antiche e genuine, quella che tutt’oggi conferisce alla pizza il primato di cibo più consumato e conosciuto al mondo.
La scalata di Maurizio ha inizio nel 1993 e parte dalla classica e costruttiva gavetta, maturata nel segno di un’autentica icona di genere, ovvero il figlio del capostipite della pizzeria Trianon da Ciro, tra le mura di quello che poi è diventato il “piccolo, grande impero” di Maurizio: “la Pizzeria Pizzazzà”.
Nel 1999, infatti, Maurizio rileva il locale, animato dalla caparbia volontà di continuare ad onorare l’antica e sacra arte della pizza, utilizzando solo prodotti genuini e di qualità, amalgamati dall’ingrediente più importante: l’amore per il proprio lavoro.
Pizzazzà vanta un primato storico tutt’altro che trascurabile, scrivendo il suo nome tra quello delle pizzerie d’asporto più quotate della città, senza, però, privare i clienti del piacere di gustare la pizza al tavolo, motivo per il quale il locale va incontro a un new look che porta alla nascita di una sala interna accogliente e confortevole.
Ad ottobre del 2016, il percorso, umano e professionale, di Maurizio Ferrillo è giunto a un livello di esperienza e maturità tale da imporgli un’importante transizione.
È così che il locale di Maurizio dice addio al nome di “Pizzeria Pizzazzà” per vestirsi di un’etichetta ben più adeguata: “Pizzeria Ferrillo”.
Maurizio Ferrillo non ha semplicemente “cambiato l’insegna” della sua pizzeria, ma ha scelto di puntare sul suo nome, sulla credibilità e la reputazione che ha impastato negli anni, a suon di sacrifici, mostrando infinita abnegazione verso questo mestiere.
Maurizio ha voluto che il suo locale si tramutasse nella “pizzeria Ferrillo” per plasmare il suo piccolo, grande impero a immagine e somiglianza del suo credo, del suo talento, della sua esperienza.