‘A tazza ‘e cafè è una canzone scritta dal poeta Giuseppe Capaldo, autore dei più famosi componimenti napoletani, e musicata da Vittorio Fassone nel 1918.
Il poeta, vissuto tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento, era uno di quegli uomini che mai si sottraggono all’amore; uno di quelli che sanno corteggiare la donna che desiderano. E lui si innamorò perdutamente di Brigida. Lei lavorava come cassiera al bar che Capaldo era solito frequentare. Era bellissima. Il poeta tentò di conquistare il cuore dell’affascinante femmena, ma questa non sembrava rispondere alle sue avances.
La sfortuna del poeta si è convertita, ahimè, nella fortuna della canzone napoletana. Proprio seduto a uno dei tavolini di quel bar Capaldo scrisse “’A tazza ‘e cafè”. Dichiarazione d’amore ricca di ironia e irriverenza.
Ad oggi, non sappiamo se effettivamente la bella Brigida abbia mai ceduto alle attenzioni dell’artista.
Il brano ha visto, negli anni, numerose interpretazioni e rifacimenti. Resta impressa nella storia la versione cantata da Roberto Murolo, incisa nel 1964 e inclusa nell’album Reginella.
“Ma cu sti mode, oje Bríggeta,
tazza ‘e café parite:
sotto tenite ‘o zzuccaro,
e ‘ncoppa, amara site”
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