Si è ripetuto anche oggi, 19 settembre, nel giorno in cui si celebra la festa del santo patrono di Napoli, il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. In un Duomo gremito si è ripetuto l’atteso prodigio e la folla presente ha accolto con un sostenuto e liberatorio applauso la notizia.
Il sangue del santo, ha detto il cardinale Sepe, ” era già sciolto quando l’ho prelevato dalla teca”.
Un segnale particolarmente positivo quest’ultimo, secondo la tradizione popolare legata alle miracolose gesta del santo. Tra gli ospiti della celebrazione officiata dal cardinale Crescenzio Sepe anche il vescovo metropolita Aristarch di Kuzbass-Kemerovo, nella Siberia sud-occidentale. Con lui anche padre Mikayl, cappellano della comunità russo-ortodossa di Napoli, e il vescovo vietnamita Giuseppe Do Manh Hung.
Tra le autorità religiose locali, i vescovi ausiliari di Napoli Lucio Lemmo, Gennaro Acampa e Salvatore Angerami; il vescovo di Benevento Felice Accrocca e il vescovo di Acerra Antonio Di Donna. Tra le autorità civili, il sindaco di Napoli e presidente della Deputazione di San Gennaro, Luigi de Magistris, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca; l’ex sindaco ed ex governatore Antonio Bassolino. Presenti anche i principi Camilla e Carlo di Borbone e il ministro svizzero per gli Affari diplomatici e politici, Pietro Lazzeri.
Particolarmente incisive le parole pronunciate dal cardinale nel corso dell’omelia: “In questa città non tutti possono beneficiare delle stesse opportunità di crescita sociale. I poveri sono considerati cittadini a metà. La mancanza di lavoro è la causa di queste diseguaglianze ed è anche causa della grave crisi di legalità.”.
“Il crimine organizzato – ha affermato il cardinale – è la piaga più purulenta da estirpare, perché capace di contaminare e offendere un corpo sociale già debole e provato. Contro questo continuo tentativo di oltraggio alla nostra città oggi celebriamo la festa del nostro patrono per affermare con forza che i mercanti di morte e i professionisti della violenza non prevarranno sulla dignità, la pace e la civile convivenza”.