Un ragazzo che si toglie la vita e un passante decide di scattargli una foto con il suo telefono cellulare.
Un’immagine che poi viene inviata tramite Whatsapp, innescando una sorta di effetto domino, con quella fotografia che rimbalza sugli schermi di centinaia di telefoni di cittadini di Bronte, la località in provincia di Catania, dove si è consumato il suicidio e l’immagine è diventata virale. Una sorta di sistema dell’orrore che ha agito con un moltiplicatore di destinatari. In tanti hanno visto quella foto trasformandola nel principale argomento di dibattito.
Dai bar alla piazza virtuale di Facebook non si parla d’altro. La fotografia è stata scattata da circa dieci metri di distanza forse utilizzando lo zoom del telefono, seppur non si conosca l’identità dell’autore. Nell’inquadratura ci sono anche due persone, una di queste sembra una ragazza.
L’immagine sarebbe diventata virale proprio tra i giovanissimi del paese: in tanti spiegano di averla vista ma molti hanno eliminato le tracce. Qualcuno ha preferito interrompere il giro, altri invece hanno continuato con il perverso meccanismo di condivisione online in una comunità che nel suo complesso è rimasta sconvolta.
C’è anche chi reagisce a quel macabro rituale palesando sdegno e incredulità, attraverso i social, lanciando anche un appello all’autore della foto.
Oltre allo scatto ci potrebbe anche essere un video del tragico momento. Il condizionale, in questo caso, è d’obbligo. La notizia non ha conferme nonostante in tanti parlino di un filmato.
Un’altra vicenda, l’ennesima, che sottolinea il morboso ed ossessivo “culto dell’orrido” che viaggia sull’onda del web.