Un agguato cinico e spietato, quello messo a segno alle 17,15 di ieri, sabato 17 settembre.
Un piano studiato nei minimi dettagli, uno di quelli che lascia pochi margini di scelta al bersaglio finito nel mirino dei cecchini della camorra.
Teatro dell’accaduto è una terra di confine in una “terra di nessuno”, una delle realtà periferiche in cui spadroneggia la camorra e dilagano episodi che raccontano di stese ed agguati.
Periferia Nord, tra Scampia e il Rione Don Guanella: una delle piazze attualmente più calde tra quelle in cui si rileva una faida in corso tra le varie organizzazioni criminali per il controllo del territorio.
I clan sparano, per regolare i conti, per incutere terrore, scalfire, a suon di polvere da sparo, messaggi inequivocabili.
Ad avere la peggio, nell’ultimo agguato di chiara matrice camorristica, una 57enne e suo figlio, entrambi pregiudicati, raggiunti da diversi colpi d’arma da fuoco nei pressi dell’abitazione dell’uomo.
La donna si era recata a fare la spesa e stava tornando a casa con il nipotino in braccio, quando i sicari sono entrati in azione per colpire il figlio, nonché padre del bambino. Almeno due persone la stavano aspettando davanti all’uscio dell’abitazione del figlio 33enne, anche lui pregiudicato e attualmente detenuto agli arresti domiciliari: le hanno puntato la pistola alla testa e le hanno strappato il bimbo dalle braccia, costringendo l’uomo, reale obiettivo dei sicari, ad uscire allo scoperto. Mentre uno dei due sicari aveva ancora il bambino in braccio, l’altro ha sparato alcuni colpi di pistola.
La donna avrebbe fatto da scudo, ponendosi sulla traiettoria dei proiettili per proteggere il figlio, ferendosi all’addome e all’inguine, mentre l’uomo è rimasto ferito di striscio. A questo punto, i sicari hanno abbandonato il bambino illeso a terra per darsi alla fuga.
La donna, ricoverata al Cardarelli, non è in pericolo di vita. Ferito anche il 33enne, seppur lievemente, a una coscia, mentre il bambino è l’unico ad essere rimasto illeso.