Il relatore del PD Roberto Cociancich ha presentato al Senato un emendamento da votare che richiedeva di stabilire un tetto massimo di retribuzioni di 240mila euro per tutto il personale Rai, compresi gli amministratori e i consulenti.
L’emendamento fa parte del ddl sull’editoria, già approvato dalla Camera, su cui il Senato era chiamato a votare. La seduta, iniziata nel primo pomeriggio, è stata sopesa per poi riprendere alle 17:30.
L’approvazione è avvenuta con 237 sì, l’astensione si è manifestata solo da parte di Giovanni Endrizzi del Movimento Cinque Stelle che ha dichiarato: “Con la mia astensione intendo lasciare al Pd tutto il merito di passare la paletta dove il M5S ha indicato di pulire…”
Il sottosegretario alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, con un intervento in aula ha espresso l’appoggio dell’esecutivo alla proposta, affermando: “La Rai farà un ulteriore salto di qualità facendo trasparenza e riordinando le retribuzioni, sanando la troppa confusione che ne ha compromesso spesso pesantemente la credibilità e l’autorevolezza. É un passo importante, che spronerà l’azienda a varare un vero codice di regolamentazione e trasparenza su tutte le retribuzioni, anche quelle artistiche”.
La senatrice Camilla Fabbri del Pd, e componente della commissione vigilanza Rai, ha detto: “Questo è soltanto un primo passo dal momento che la Rai dovrebbe pensare a un codice di autoregolamentazione, evitando così che Parlamento e Governo si occupino di questioni di natura strettamente aziendale”.
Alberto Airola, capogruppo del movimento 5 stelle in vigilanza Rai, ha spiegato che il tetto agli stipendi Rai è un successo del Movimento 5 Stelle che infatti ha chiesto di attivare questa misura sin da quando è entrato in Parlamento, proponendola sia durante la riforma della governance della Rai che in occasione delle leggi di stabilità, ha poi dichiarato: “Dopo le numerose bocciature e i provvedimenti contraddittori siamo contenti che il Pd abbia compreso l’importanza di tale misura recependo finalmente le nostre proposte”.
Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha invece affermato: “Il nostro emendamento è stato preso in considerazione. Abbiamo corretto la proposta per evitare che la norma potesse essere facilmente aggirata per quanto riguarda i consulenti e i collaboratori. Abbiamo vinto una battaglia di moralizzazione, i tagli alle retribuzioni devono riguardare tutto l’ambito pubblico, compreso l’ambito politico”.
Insomma, quasi tutti i partiti hanno rivendicato la paternità della legge sull’editoria. Ognuno di questi infatti aveva presentato emendamenti simili, e finalmente il tetto massimo di 240mila euro per gli stipendiati Rai è legge.