Sono sempre di più le aziende che utilizzano una varietà di strategie per mantenere alto il morale e la motivazione dei loro impiegati. Tra queste, ad esempio, orari di lavoro flessibili, per permettere al lavoratore di godere di un giusto equilibrio tra vita lavorativa e quella privata, buoni pasto, buoni per ingressi in palestra, servizi di lavanderia e molto altro ancora. Un approccio relativamente nuovo che sembra funzionare davvero bene e che permette di vivere il lavoro come un gioco, un approccio ancora poco adottato dalle aziende italiane da sempre ancorate a rigide strutture verticali.
L’industria del gioco americano ha attualmente un valore di 22,4 miliardi di dollari l’anno e l’80% delle famiglie possiede almeno un dispositivo di gioco. I giocatori americani trascorrono in media 40 ore a settimana giocando, la stessa quantità di tempo che trascorrono sul posto di lavoro ogni settimana.
Le imprese statunitensi stanno adottando particolari tipi di giochi per il coinvolgimento dei dipendenti. La Gamification si rifà al concetto di gioco applicato a situazioni lavorative, rendendo l’attività più divertente, competitiva e attraente per i lavoratori.
In letteratura troviamo diversi studi scientifici che sostengono e sono in grado di supportare la tendenza verso i giochi e la “giocabilità delle cose”. Le persone possono trattenere fino al 75% in più di informazioni, quando si tratta di giochi o di meccaniche interessanti per l’utente. Si tratta di un forte aumento dell’assimilazione di informazioni attraverso l’interesse che suscita la parola ” gioco” o il semplice fatto di “giocare”.
I giochi non solo aiutano ad imparare meglio le cose, ma anche a immagazzinare informazioni a lungo termine. Uno studio specifico condotto dall’Indiana University ha dimostrato inoltre che gli studenti erano riusciti a memorizzare il 45% delle conoscenze sei settimane dopo l’allenamento, rispetto a solo il 4% delle conoscenze memorizzate dagli studenti che non si erano esercitati attraverso il gioco.
Il Dr. Stuart Brown, fondatore dell’Istituto Nazionale per il Gioco ha recentemente affermato nel corso di un’intervista esclusiva a ted.com che “il gioco può anche ridurre i livelli di stress, aumentare l’ ottimismo e la motivazione a prosperare in un dato business, migliorare la concentrazione e la perseveranza. Giocare apre nuove connessioni neurali nel cervello, portando ad una maggiore creatività” .
Tuttavia, ogni cosa presenta un lato oscuro o cattivo. Ad esempio, da una ricerca sulla psicologia della gamification pubblicata su Slotsgratisonline, è emerso che la gamification può aiutare e motivare nel raggiungimento di determinati obiettivi, ma non arriverà a farci fare qualcosa che non vogliamo fare. Lo studio conclude che gli obiettivi raggiunti devono essere di breve durata e non troppo esagerati, vale a dire, piccoli bersagli. A lungo termine e alla ricerca di obiettivi più ambiziosi della gamification non riesce.
In definitiva, possiamo concludere che al di là dell’utilità del processo di gamification, un ambiente lavorativo meno rigido e armonioso potrebbe contribuire alla produttività di un’azienda grazie all’instaurazione di un rapporto empatico tra i vari componenti di un team. In Campania diverse aziende hanno iniziato ad utilizzare questo approccio, soprattutto PMI relazionate al lavoro digitale, con ottimi risultati avvalorati da una crescita sia in termini di introiti che occupazionale. Siamo solo agli inizi, ma tutti i mezzi utili a mettersi alle spalle la crisi e situazioni lavorative pesanti sono una considerati una vera e propria panacea.