Lo aveva manifestato agli inquirenti, Tiziana Cantone, la 31enne suicidatasi dopo che alcuni suoi video hard erano finiti in rete, lo aveva esternato chiaramente il suo malessere.
Chiedeva alla legge di intervenire per bloccare quell’incontrollata diffusione di video. Lo chiedeva per la tutela della sua salute, psicologica e anche fisica. Raccontava di aver avuto un periodo di fragilità “psicologica”. Faceva i nomi dei primi “destinatari” a cui aveva “ingenuamente” inviato quel materiale hot, nel solco di un “gioco virtuale a sfondo sessuale”. Con queste parole Tiziana, bella e tormentata trentenne che si è suicidata martedì scorso a Mugnano, si era rivolta alla Procura di Napoli.
Tutto quello che resta di lei, oggi, è il suo dramma raccontato dalla sua stessa voce. Il suo breve e dolente racconto che emerge dalle carte processuali. “In un momento di temporanea instabilità psicologica, ho iniziato una corrispondenza virtuale. Si trattava di un gioco virtuale a scopo sessuale”, è la premessa da cui parte Tiziana, nel presentare querela nel luglio 2015, e denunciando le quattro persone, tutti uomini, che oggi risultano indagati con l’ipotesi di diffamazione. Qualche mese dopo, a ottobre, Tiziana verrà anche ascoltata per integrare con nuovi elementi, precisare e fornire ai pm ulteriori dettagli.
La donna è affiancata in quel periodo da Sergio, il suo fidanzato, e assistita in quel momento dall’avvocato Roberta Foglia Manzillo, la stessa legale che poi promuoverà anche il ricorso d’urgenza, ex articolo 700 al Tribunale di Napoli Nord, che si chiuderà con un parziale accoglimento e con quei 20mila euro di spese legali (inevitabilmente) inflitti anche a Tiziana, procurandole forse l’ultima profonda amarezza, quella che non è riuscita a reggere e che ha indotto la ragazza a togliersi la vita. Centrale, tuttavia, apparirà il racconto del fidanzato e per un periodo convivente della donna, Sergio, che aveva sostenuto Tiziana nella sua battaglia giudiziaria, nonostante un rapporto molto tormentato tra loro e il presunto “tradimento” subìto durante gli incontri immortalati in quei filmati.
Sergio è dipinto, invece, come l’uomo che gestiva quegli incontri, stando alla denuncia affidata ai pm dalla madre della vittima, la signora Maria Teresa. “Quell’uomo la plagiava, era a conoscenza del materiale in cui compariva Tiziana, aveva piacere a vederli e a sapere che lei si faceva riprendere durante quegli incontri sessuali”.
“Ho intrattenuto con queste persone questo gioco virtuale erotico. Quindi, ingenuamente – è il senso del racconto di Tiziana – sono stata io a inviare a loro dei messaggi via WahtsApp con allegati filmato e foto. Ma io non ho mai assolutamente autorizzato nessuno di loro a diffondere nè ad altri nè in rete quel materiale” . E ora, invece la sua vita appare rovinata: lei teme ricadute di salute, sul piano psicologico e fisico.
Tutto ha inizio ad aprile, quando Tiziana comincia a farsi riprendere nel primo filmato con un uomo ancora da identificare. Successivamente, si fa scattare foto “in costume o a seno nudo”. E poi inviai ai quattro destinatari, che sono i primi indagati di questa storia di tragica leggerezza.
Si accerterà successivamente che i filmati girati da Tiziana in atteggiamento intimo con alcuni uomini sarebbero sei in tutto. E tra coloro che girarono le scene intime con Tiziana, comunque, non dovrebbe figurare nessuno dei quattro che ricevettero il materiale. Tanto che la donna precisa agli inquirenti: “Dopo un po’ di tempo che inviai questo materiale, queste persone hanno chiesto di vedermi e di avere un incontro ravvicinato, ma a quel punto io ho smesso e ho chiuso questo gioco”.