Oggi, 15 settembre, si sono svolti i funerali di Tiziana Cantone, la giovane 31enne che si è tolta la vita per sfuggire all’inferno scaturito dalla diffusione in rete di cinque video hot che la mostravano mentre praticava rapporti sessuali con più uomini.
La giovane di Casalnuovo di Napoli aveva tentato già due volte il suicidio, stanca di reggere il peso di quegli insulti che le hanno stritolato la dignità rendendole la vita in un inferno.
I commenti pesanti, i giudizi severi, le parodie, gli sfottò: un macigno sempre più pesante che, di giorno in giorno, gravava sempre più violentemente sulla serenità di Tiziana. Fino a giungere alla “goccia” che, probabilmente, ha fatto traboccare il vaso in maniera definitiva: Tiziana aveva denunciato gli amici ai quali lei stessa aveva inviato i video, perché li avevano diffusi in rete senza la sua autorizzazione.
Il giudice ha autorizzato l’oscuramento di quei filmati, ma ha condannato la Cantone a pagare le spese del processo, circa 40mila euro, sia perché alcuni canali citati in giudizio avevano già provveduto a rimuovere il video, sia perché la giovane era consenziente durante le riprese. Un’ulteriore umiliazione, quest’ultima, per Tiziana che si è dovuta accontentare di una giustizia a metà che non è stata in grado di riabilitare socialmente la sua immagine.
La sua reputazione, ormai troppo compromessa, si vedeva schiacciata anche dal peso di quel verdetto: la consapevolezza di non poter mai più scrollarsi di dosso quella pesante etichetta ha ucciso Tiziana, strangolatasi con un foulard che, idealmente, simboleggia una sorta di ghigliottina mediatica, ma anche le impietose mani della feroce macchina del web che seguita a banchettare anche sul suo cadavere.
Nella chiesa di Casalnuovo di Napoli, paese in cui la giovane viveva, si sono svolti i suoi funerali. La madre della ragazza ha atteso l’arrivo del feretro della ragazza sulla soglia della chiesa.
Quando ha visto giungere la bara bianca, la donna è stata colta da un malore: non ha retto quella straziante emozione. I giornalisti presenti hanno immediatamente filmato la scena, per poi diffonderla in rete.
Immagini di intima ed estrema disperazione, anche quelle, gettate in pasto all’opinione pubblica, in barba all’appello diramato dalla stessa madre di Tiziana, poche ore prima del funerale, volto a stoppare il linciaggio mediatico che, anche e soprattutto dopo la notizia del suicidio della figlia, ha continuato a tenere banco sui social.
Tiziana si è uccisa per un video. Sua madre si ritrova vittima di quello stesso meccanismo che ha ucciso sua figlia: pubblicare immagini forti per ottenere visibilità e seguito.
Anche nel giorno dei funerali di una ragazza che si è suicidata per sfuggire a quel genere di notorietà che riversa solo aspetti negativi nella vita di una vittima di cyberbullismo, il feretro di Tiziana non è sfuggito alla morsa mediatica e, con lui, tutto quello che potesse essere stimato in grado di “attirare clic”. Compreso il dolore della madre.