Passeggiare tra sarcofaghi, statue e monili preziosi di una cultura da riscoprire: non è il nuovo sequel di Indiana Jones nella foresta equatoriale, bensì un grande evento che interessa un luogo più vicino a noi, Napoli. Il prossimo sabato 8 Ottobre nel Museo Archeologico di Napoli (MANN) ritorna dopo un riallestimento di 6 anni la Sezione Egizia, che custodisce 1400 reperti archeologici appartenenti alle due Collezioni Borgia e Picchianti, esposte per la prima volta nel museo nel 1821 durante la direzione di Michele Arditi. La riapertura concluderà il programma del Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) intitolato “Egitto Pompei“, un’iniziativa promossa dal Mann, dal Museo Egizio di Torino e la Soprintendenza Pompei che ha fatto riscoprire a napoletani e turisti il legame non solo commerciale tra Neapolis, quindi la Magna Grecia, e l’Antico Egitto.
I visitatori potranno conoscere la storia del popolo egiziano attraverso un percorso tematico che si estende per cinque sale: “Uomini e Faraoni”, “La Tomba e il Corredo Funerario”, “La Mummificazione”, “Il Mondo magico e religioso”, “La Scrittura”, “I Mestieri” e “l’Egitto in Campania”. Inoltre, il museo detiene interessanti esposizioni di oggetti sacri e quotidiani del Medioriente nella Sala dei Culti Orientali, inaugurata lo scorso 28 Giugno all’interno del già citato programma ministeriale “Egitto Pompei”.
Un po’ di storia sulla Sezione Egizia nel Museo
Tutto ha avuto inizio dal cardinale Stefano Borgia (1731-1804), erudito e appassionato d’arte che collezionava oggetti antichi e pezzi di antiquariato, rinvenuti tra viaggi nelle coorti dell’Europa più nobile e oggi custoditi tra Roma, Velletri e la città partenopea. Il nipote Camillo, dopo la morte del cardinale, aveva venduto parte della collezione all’allora re di Napoli Gioacchino Murat tra il 1814 e il 1815. Qualche anno più tardi si sarebbe aggiunta anche la raccola di Giuseppe Picchianti, un viaggiatore veneto che iniziò nel 1819 una spedizione nella Valle del Nilo per ammirare gli scavi archeologici dell’antico Egitto e ricavare nell’arco di 6 anni manufatti funebri, vasi, abbigliamento e mummie. Molti di questi oggetti sono stati acquistati dal Museo di Napoli e dal British Museum, nel centro di Londra.