Il 6 settembre è stato ricordato, ad un anno dalla sua morte, Genny Cesarano, il 17enne ucciso per sbaglio da un colpo di pistola vagante durante un raid della camorra nel quartiere Sanità a Napoli.
La memoria del giovane è stata rinnovata con l’inaugurazione di una statua di bronzo, a lui dedicata, chiamata “in-ludere”, che significa “giocare contro”, e con il lancio di centinaia di palloncini bianchi.
La scultura è stata donata dalla Fondazione della comunità san Gennaro ed è stata realizzata dal maestro Paolo La Motta e rappresenta un ragazzo in bilico su due travi mentre cerca di recuperare un pallone, questo giovane richiama proprio la figura di Genny.
Dopo l’inaugurazione della statua, don Antonio Loffredo, don Angelo Berselli, don Giuseppe Rinaldi e padre Alex Zanottelli hanno celebrato la messa ricordando il 17enne e ripetendo ancora una volta: “Genny non è andato via e continua a giocare, ma ora lo fa con gli angeli”.
Sia la piazza che la chiesa erano piene di persone, dai balconi compaiono due striscioni: uno con la scritta “Genny vive” e l’altro con la scritta “Tu riest ò core da Sanità”.
Durante l’omelia padre Loffredo ha ricordato: “Dal primo momento voi, amici e parenti, avete scritto e detto che Genny vive, ed avete fatto bene perché lui continua a vivere per voi; ricordiamoci dell’albero che è stato piantato e della pietra con su scritto “difendi la vita”. Sentiamo spesso dire che le cose qui non cambieranno mai, a chiunque lo dica voi rispondete che se non sono stati capaci loro va bene, ma non devono dire a voi che avete già perso e che non siete capaci di farlo. Non fatevi ingannare da chi ha già perso nella vita”.