E’ la canzone del mare per antonomasia, Maruzzella, composta nel 1954 da Renato Carosone in musica, con testo di Enzo Bonagura, edita dalle Edizioni musicali Leonardi.
Incisa dalla Pathè nel ’55, la canzone intendeva ispirarsi a Marisa: Maruzzella era il vezzegiativo della donna, equivalente di chiocciolina o piccola ciocca di capelli intrecciati.
Carosone pare si ispirò alla moglie Lita nel comporre una storia romantica e struggente al contempo. Le sonorità mediterranee e mediorientali hanno poi contribuito a rendere il pezzo un tormentone del repertorio classico partenopeo.
Il titolo del motivo divenne rapidamente famoso grazie ad un musicarello interpretato da Claudio Villa al fianco di Marisa Allasio, Massimo Serato e Carosone stesso. Era il 1956. La notorietà arrivò alle stelle e nel tempo il cinema lo ha ripreso come colonna sonora in Nella città l’inferno del ’59, in Mean Streets del ’73 e in Passione, docufilm su Napoli.
Maruzzella è stata interpretata da diversi artisti nazionali come Mina, Sal da Vinci, Lina Sastri, renzo Arbore, Simona Molinari, Gigi D’Alessio e tanti altri. Il celebre ritornello parla di un dolore d’amore che fa battere il cuore come le onde e crea una dolce morte, paragonata al movimento del mare in tempesta: “Maruzzella Maruzzè, / t’he miso dint’a ll’uocchie / ‘o mare e m’he miso / ‘mpietto a me ‘nu dispiacere. / ‘Stu core me fai sbattere / cchiù forte ‘e ll’onne / quanno ‘o cielo è scuro: / primma me dice sì, / po’ doce doce me fai murì”.
E’ l’insieme delle parole di quei sentimenti veri che sconvolgono l’animo e che a dispetto del tempo hanno il sapore di tutti i grandi amori.